Creato da holy.bast il 22/12/2006

Fusa alla rinfusa

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Mimosa? No, grazie!

Post n°26 pubblicato il 08 Marzo 2007 da holy.bast

Questo è il motivo per cui si ricorda questa data.
Quello che accade ogni anno in questo giorno non ha nulla a che vedere con tale ricorrenza.
Mi sono ricordata che oggi è l’8 marzo solo perché questa mattina, mentre mi recavo a lavoro, ad ogni angolo di strada c’era un carrettino attrezzato che vendeva mimose. Più tardi quando chiuderò il negozio e farò strada per tornare a casa, sicuramente incontrò macchine piene di “donne” tutte tirate che si appresteranno ad affollare locali più o meno squallidi e dopo cena daranno di matto mentre un uomo si spoglierà sotto i loro occhi, e magari gli infileranno qualche banconota nel mini slip affinché il tizio palestrato dedichi loro qualche moina in esclusiva.
Il quadro mi sembra piuttosto triste.
Il peggio verrà domani quando tutte queste belle signore, che sta sera faranno bisboccia, torneranno alla loro vita di sempre, il marito le piccherà, il fidanzato le tradirà, qualcun'altra rammenderà i calzini o stirerà le camice del proprio compagno, in ufficio il capo continuerà ad avversarle, il collega deficiente lo promuoveranno al posto loro e quando arriverà la busta paga vi accorgerete che il nuovo arrivato guadagna più di voi. Non voglio essere pessimista, ovvio che la regola non vale per tutte e alcune sono sicuramente più fortunate di altre ma... vogliamo contarle? Mi chiedo che senso ha se poi gli altri 364 giorni dell’anno la considerazione che questa società maschilista ha nei confronti del “sesso debole” é appunto “sesso e debole”.
Siamo tutte brave a dire alle donne afgane che non devono farsi trattare da bestie e che devono levarsi il burka, tuttavia non ci accorgiamo di indossarne uno ancora più pesante di quelli colorati che portano le donne in Afganistan.
Faccio un esempio: la mia amica G., quella del post di sotto, sta per avere un bambino. Lei di professione fa l’avvocato e suo ma rito no. Entrambi sono felici per l’arrivo di questo frugoletto ma c’è un però. La mia amica ama il suo lavoro e vorrebbe continuare ad esercitare la professione anche dopo la nascita del bimbo, lui vorrebbe che restasse a casa per almeno due anni il che significa escluderla dall’ambiente di lavoro e tenerla al guinzaglio per sempre. Lei dice “non se ne parla nemmeno”, ma so già che non avrà vita facile. Non so se ho reso l’idea?

L’aspetto consumistico di tutta questa faccenda mi inorridisce e mi indigna, però alla fine mi rendo conto che è quello che capita ad ogni festa comandata. Ma , in fondo, cosa sarebbe il Natale senza panettone, San Valentino senza rose, Pasqua senza uovo e... voi avete mai visto un ferragosto senza falò? Sarebbe come una notte di San Lorenzo senza stelle cadenti.

Comunque, a tutte le donne che amano e che sono amate, che lavorano (dentro e fuori casa), quelle che non fanno nulla, quelle che soffrono, quelle che sono felici, quelle che hanno problemi o che sono serene, quelle stanche e quelle riposate, quelle forti e quelle fragili, quelle ammalate e tutte quelle che si sento donne solo a metà, quelle sole, quelle sposate, fidanzate, le madri le nonne le zie, a me stessa auguro la speranza che il meglio debba ancora arrivare.

Ai sigg. uomini volevo ricordare che le stesse donne vi amano e vi partoriscono e per questo meritano di essere amate e rispettate 365 gg all’anno e per il resto della vostra vita.

 
 
 
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