orizzonti aperti

Autostima


 Autostima: Chi si piace assomiglia alla fiamma di una candela che brilla di luce propria e al tempo stesso attira l'attenzione e la simpatia altrui. Possedere una buona autostima non è solo un diritto che ci spetta per il semplice fatto di esistere, ma diventa anche un dovere verso noi stessi perché tiene lontani ansie, insicurezze, disagi e anche molte malattie, che spesso sono proprio di origine psicosomatica. Benché sembri la cosa più naturale del mondo, volersi bene a volte è difficile, spesso una vera conquista. Siamo sempre pronti a criticarci e a trovarci dei difetti perché non siamo mai come dovremmo essere. Il punto è proprio questo: come dovremmo essere? Perché non andiamo bene così come siamo? La stima che uno ha di se stesso è sempre frutto di un paragone tra come è effettivamente e quello a cui aspira diventare. Più ci si sente distanti dall'ideale, meno ci si stima. Solo quando ci pare di corrispondere a ciò che sentiamo di dover essere riusciamo a mettere a tacere, almeno provvisoriamente, il tarlo interiore che ci rode con le sue critiche. Eppure si può continuare ad essere insoddisfatti anche quando si è pieni di qualità o quando le cose vanno perfettamente lisce. Forse il tormento è un dolce vizio a cui è difficile sottrarsi? In parte sì, visto che un ideale per definizione è irraggiungibile. Non basta laurearsi col massimo dei voti, o sposare l'uomo migliore del mondo o ancora raggiungere un'ottima posizione economica per essere contenti di noi stessi. Può apparire contrario a ogni logica o addirittura uno schiaffo in faccia ai meno fortunati, ma perfino chi dalla vita ha avuto praticamente tutto può sentirsi insoddisfatto e depresso. La domanda che dobbiamo porci è questa: siamo sicuri che vogliamo effettivamente essere come ci sforziamo disperatamente di essere? Le nostre vite sono spesso frutto di un grande malinteso, vale a dire che inseguiamo desideri che crediamo nostri e magari non lo sono. Un po' la famiglia e un po' la società ci hanno chiesto di diventare ciò che siamo, un po' con le buone e un po' con le cattive. E così ci siamo modellati su misura dei modelli di comportamento che venivano approvati e, pur di sentirci la coscienza a posto, abbiamo cercato di evitare quelli che non lo erano. Insomma, pur di farci voler bene ci siamo adeguati. Questo però non vuol dire che siamo manipolabili a piacere oppure vuoti come un foglio bianco su cui chiunque può scrivere ciò che vuole. Ognuno di noi possiede fin dalla nascita una propria personalità e proprie motivazioni che lo portano a fare delle scelte piuttosto che altre. L'insicurezza però può portare a desiderare qualcosa per tenere a bada l'ansia, per proteggersi, per farsi ammirare, per cercare di non assomigliare alla madre, per essere come la cantante famosa, per non dare dispiaceri al figlio eccetera. Siamo piuttosto complicati, indubbiamente. Per questo a volte è difficile andare a ritrovare, in mezzo a tutto questo grande intreccio di desideri, condizionamenti e abitudini, quella parte di noi che ci accetta per quello che siamo, indipendentemente dai risultati conseguiti, e che non ha neanche bisogno di perdonarci per i nostri errori semplicemente perché non li ritiene tali, ma considera anche gli inevitabili sbagli come arricchimenti ed esperienze di vita. Se l'autocritica nascedal confronto con il modello di ciò che gli altri o anche noi stessi abbiamo deciso di diventare, l'autostima cresce liberandosi, con una bella scrollata di spalle, dai troppi giudizi che diamo su noi stessi. In fondo, al mondo si può stare benissimo anche con un po' di menefreghismo