orizzonti aperti

ALCOL E RICERCA DELLA FELICITA


 ALCOL E RICERCA DELLA  FELICITA^L’ALCOL, LA FELICITA^ E IL PERCH E ESSO SIA Sull’ alcol, sul suo uso e sul suo abuso, esiste un’ampia letteratura, talmente vasta da farci capire come questa sostanza faccia parte, da tempo immemore, dell’umana  esistenza. Cosa essa sia lo sappiamo tutti, più o meno esattamente, ciò che invece non sappiamo è perché essa sia, ovvero cosa da essa davvero ci aspettiamo: felicità? Serenità? Più coraggio? Più loquacità? Meno imbarazzo? Troppe domande e poche risposte, e forse proprio per questo anche in letteratura qualcuno ha inteso l’alcol come l’anestetico della sofferenza. Ecco allora che la risposta a il perché essa sia diventa fondamentale per capire il senso del nostro cammino e ci fa intuire come il titolo del nostro Congresso- “l’alcol e la ricerca di felicità”-racchiuda volutamente e provocatoriamente una contraddizione: far dipendere la ricerca della felicità, come già di per sé problematica, da qualcuno e da qualcosa, l’alcol in questo caso, significa infatti delegare. E delegare a qualcuno o a qualcosa, vuol dire rinunciare passivamente proprio a quella ricerca. Significa cancellare la nostra anima e zittire il nostro cuore. loro,il cuore e l’anima, in questo modo non potranno mai essere i protagonisti della nostra felicità e proprio questa è la palese contraddizione. Sono il cuore e l’anima che subiscono per primi e con più sofferenza i nostri comportamenti, senza il cuore e l’anima nessuno di noi potrà proseguire con passo deciso lungo questo cammino, la cui vera meta non è l’astinenza fine a se stessa, ma la ricerca di qualcosa di molto più profondo che chiamiamo sobrietà. Ma quale felicità stiamo cercando veramente? La felicità è un modo di viaggiare, non è un punto d’arrivo,è qualcosa di intimo anche quando condiviso, perché nessuna felicità è uguale a se stessa. E , soprattutto, nessuna felicità è per sempre, anche se quelli attimi ridonano la vita, pervadono di energia e regalano una forza straordinaria. Condividere quei momenti straordinari con le altre persone e mescolare le nostre emozioni con le loro, con il loro cuore e la loro anima:ecco, probabilmente è questa la vera sobrietà, grimaldello in visibile di ricerca della felicità. Scriveva Alda Merini: “A me piacciono gli anfratti bui elle osterie dormienti, dove la gente culmina nell’ eccesso del canto, a me piacciono le cose bestemmiate e leggere, e i calici di vino profondi, dove la mente esulta, livello di magico pensiero”. Il magico pensiero, per l’appunto. Il magico pensiero e l’anestetico della sofferenza, per l’appunto. Perché anche il genio, nel suo viaggio intrigante e imprevedibile, può perdere la dimensione del perché essa sia. E la letteratura ce lo racconta. Per l’appunto.Club di Orietta 252