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Post n°68 pubblicato il 09 Novembre 2008 da gccomo
Ancora una volta ci troviamo dinanzi ai fatti compiuti di un governo sordo, arrogante e indifferente... Il 29 ottobre 2008 il Senato della Repubblica ha approvato il decreto legge sulla riforma della scuola, un provvedimento preso senza consultare minimamente coloro che quotidianamente vivono la scuola. Le accuse di strumentalizzazione partitica della protesta sono smentite da una partecipazione che va ben oltre le capacità di qualunque partito. Il nostro non è un movimento qualunquista, ma un insieme di studenti e lavoratori che, aldilà dell’appartenenza partitica, reclamano il diritto di essere considerati parte attiva delle decisioni che lo riguardano. L'Unione Degli Studenti (organizzazione studentesca di tipo sindacale) in un suo intervento dice: “ E' nato un movimento plurale nelle sue diversità. Un movimento assolutamente pacifico, reale, partecipativo, democratico, un movimento che nasce per rivendicare più scuola e più sapere, che vuole una conoscenza capace di eliminare le tante ingiustizie sociali che pervadono il nostro tempo. non siamo per il mantenimento dello status quo, ma chiediamo invece vero cambiamento, scuole e università al passo con l'Europa, una ricerca al servizio della collettività, la possibilità di raggiungere i livelli più alti dell'istruzione anche se non sei il figlio di un grande industriale. Questo è un movimento propositivo, dinamico che vuole studiare di più e si oppone ad un governo che ci vuole far studiare di meno e che si rifiuta di affrontare la vera emergenza educativa del nostro paese, pensando che con un grembiulino o un voto di condotta si possano risolvere la fatiscenza dei nostri istituti scolastici, la mancanza di strumenti didattici, la bassezza della qualità delle risorse, il problema di un fenomeno sociale come il bullismo e l'arretratezza dei nostri sistemi formativi rispetto a quelli del resto del mondo." Le forze politiche dell'opposizione, sia parlamentare che extraparlamentare, hanno lanciato la proposta del referendum abrogativo. Tuttavia, riteniamo che questa misura debba essere accompagnata da una serie di referendum interni a ogni scuola, per dare diritto anche agli studenti che non hanno raggiunto la maggiore età di esprimere il loro parere su una legge che li riguarda direttamente per evitare che il destino dei giovani sia deciso esclusivamente da categorie differenti. Gli studenti in effetti sono coloro che più di tutti si sono mobilitati in difesa del sapere pubblico, prendendo da subito una posizione forte e organizzando nell’intero Paese l'opposizione a questo folle provvedimento, riteniamo quindi giusto che una tale presa di responsabilità trovi compimento nell'esercizio di democrazia diretta e trasparente da affiancarsi ad un comunque necessario referendum abrogativo. Auspichiamo che la società comprenda come la vera democrazia consista nella presa di decisione diretta, popolare, perché le decisioni dall'alto specialmente se prese in nome del bilancio statale che in nome del bene del paese possono solo portare al crollo del sistema partecipativo. Speriamo che questo nostro grido, questa nostra richiesta non siano ancora una volta inascoltati e che una proposta partita da due studenti non sia sminuita rispetto alle tante assurdità che siamo costretti a tollerare ogni giorno in tv e sui giornali da parte di politici e ministri… Stefano Rognoni - GC Como |
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