Lost In The Ozone

IL SILENZIO DELL'IMBUTO


C'è il silenzio della vergogna, quello della paura, dell'ignoranza. Il silenzio della rabbia e quello della speranza. Poi c'è il SILENZIO DELL'IMBUTO.In soldoni, mercoledì sera apro il blog e lo chiudo due ore dopo senza una parola pubblicata, stessa scena la sera seguente. Carenza d'idee? No. Poca voglia? Men che meno. Mangiato troppo? Può darsi ma che c'entra... Imbuto? Proprio lui. Bastardo.A volte le parole, che altro non sono che la traccia che lasciano emozioni e concetti, sono ordinate nella mente in frasi, discorsi e libri interi. Altre volte, le stesse parole, le stesse emozioni, sono intricate in un groviglio che non si riesce a sbrogliare. Il perchè non è dato saperlo, ma la sensazione è chiara, è comune a tutti, la si può provare in famiglia, sul lavoro, molto spesso in amore, in quei famosi silenzi creati non dalla paura di aprirsi, ma dall'impossibilità di dare un flusso ordinato a emozioni troppo grandi per noi.Questo porta al perchè si scrive. Ai due motivi di fondo che conosco.Il primo motivo l'ho già spiegato (Creatore di sogni), in pratica si scrive per vivere tutte le avventure di questa terra, anche le più illogiche, senza essere chiamati dalla realtà ad una scelta. Che ne capirà poi la realtà di ciò che è reale... Questo non è dato saperlo.Il secondo motivo per cui si inizia a scrivere è LA SENSAZIONE.Non la bella sensazione di poggiare le dita sulla tastiera, soppesare le parole di fronte ad un thè indossando un maglione a collo alto delle toppe sui gomiti... Anche perchè, vista così, non sembra una sensazione, ma la pubblicità del moment o l'inizio di un film di bassa lega.La sensazione è quell'attimo di intuizione supremo. Non una semplice idea, ma la vera e propria soluzione della matassa. La spada che taglia il nodo. Le idee che si mettono in riga pronte a essere disegnate dalle PAROLE.Descriverla è davvero dura. E' come se lo spirito salisse di un livello e potesse attingere ad un unico contenitore di idee, un grande calderone con dentro tutte le storie, i saggi e gli articoli del mondo... E' il momento in cui tutto diventa possibile, il momento in cui ogni cosa può essere descritta e ogni parola può essere collocata. In quei momenti tutto potrebbe essere scritto benissimo, il testo della lista della spesa, le istruzioni per la lavastoviglie, i discorsi dei leghis... Vabbè, non esageriamo.Io ho descritto la sensazione riferendola alla mia passione per la scrittura, ma credo che in ogni persona si possa manifestare quando è alle prese con la propria passione, sia essa la pittura, la musica, il bricolage o il bracconaggio...Ho provato questa sensazione un paio di volte nella mia "carriera" e l'idea di poterla provare di nuovo basterebbe a farmi scrivere per altri mille anni. STAVOLTA NON SCHERZO.La sensazione l'ho provata, ma non riuscivo a descriverla. Da un lato non riuscivo a definirla, dall'altro lato la vedevo come una sensazione solo mia, da non condividere, nè raccontare.Ma la conoscenza è apertura, il caso volle che ne parlassi per la prima volta qualche giorno fa e che trovassi addirittura, ad ascoltarmi, chi sapesse di cosa parlavo. Nella fattispecie ho saputo che i buddisti chiamano questa sensazione "illuminazione parziale", in Giapponese Engaku, e la collocano nell'ottavo mondo degli stati d'animo umani (una bella zona champions per capirci).In pochi giorni ho imparato due cose. Ho definito in maniera più completa la sensazione che inseguo e ho capito che le idee vanno scambiate, che il pensiero non serve se non è condiviso, ho capito che non ci si può fermare quando le idee si affollano.Neanche quando l'unica soluzione, per farle uscire dalla testa, è passare dal foro di un imbuto.
PS: Mi piacerebbe che qualcuno, passando di qui e capendo le mie parole messe a casaccio, scrivesse se ha trovato la propria versione della "sensazione". PS2: Un nuovo spunto per la curiosità.. Non ha prezzo.