Un blog creato da GDTeo il 18/03/2007

Lost In The Ozone

Mi sono perso nei miei pensieri. Era un territorio non familiare.

 
 
 
 
 
 

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LEGGEREZZA CIECA

Post n°68 pubblicato il 22 Febbraio 2008 da GDTeo
 

Ho fatto il giornalista.


No, con questo non intendo dire che mi sono messo un doppio petto e ho lucidato con la lingua i sederi pelosi un migliaio di presunti onorevoli, stando attento a non fare le associazioni proibite ("Berlusconi" con "stalliere", ad esempio), ma ho fatto una cosa ben più semplice, e decisamente più utile... Ho posto una domanda, no, anzi, ho solo chiesto una RISPOSTA.

Sono andato da amici e conoscenti, e, quando me lo sono ricordato, ho fatto una citazione e ne ho chiesto il commento.

Si tratta di un dialogo che è presente nel DVD dei contenuti speciali di un film d'azione. La scena è molto semplice, un marine, assoldato per istruire gli attori in vista delle scene di guerra, insegnava a due dei protagonisti l'utilizzo di una grossa mitragliatrice. E questo, a grandi linee, è quello che si sono detti:

Marine:
"Con questa mitragliatrice, il sergente J.T.H., durante la guerra del Vietnam, riuscì a centrare in pieno un Vietcong da 3200 metri di distanza! Ha imparato nei Marine a sparare così!"

Attore:
"OH my God!! che mira! Davvero quest'affare è così potente??"

Nonostante fosse sabato sera, e io fossi davanti a una pizza (chi mi conosce sà che livello di pace dei sensi riesco a raggiungere )non appena ho sentito ciò sono rimasto di ghiaccio.

"Cazzo, questi due deficienti stanno parlando di un uomo."

"Cazzo, il demente più muscoloso fà della morte di un uomo un vanto per il corpo dei marines e per la ditta costruttrice del fucile."

"Cazzo, quell'attore decisamente sovrapagato e sottodotato gli dà corda."

Dopo aver constatato per l'ennesima volta che molti americani, vista l'ossessione quasi generalizzata per le macchine, le case e le armi ENORMI, hanno decisamente problemi di dimensioni sessuali, e, dopo aver riflettuto sul fatto che nel Vietnam non esistono 3200 metri sgombri da alberi, mi sono messo a riflettere.

I miei "intervistati" non hanno fatto una piega dopo questo dialogo, hanno detto di non aver trovato nulla di strano...Non capisco. sarò stupido io probabilmente...

Quando mio nonno materno è tornato dalla guerra in Russia (con un buco ad un centimetro dal cuore) aveva solo un vanto.

NON AVERE UCCISO NESSUNO.

Adesso, nella nostra fottuta generazione di amanti della guerra, ma che di guerra non sà nulla, una frase così non avrebbe senso. Per capire il lato "grottesco" che assumerebbe oggi un simile vanto basta immaginare questa scena in un libro o in un film:

"Il sergente Mac Naicol è steso sulla barella, fuma una sigaretta guardandosi attorno nervosamente, il dolore del buco nel torace non lo tocca, ma è l'ansia dell'inattività che lo logora. La sua espressione rude non cambia quando gli si para di fronte al letto il maggiore Taggarth, responsabile dell'ospedale da campo. Senza guardarlo il sergente inizia a parlare: "Sò che dovrò star qui a lungo e che le probabilità sono poche... Sono un soldato, ho scelto questa vita e ne conosco i rischi, ma ora le dico una cosa maggiore! Anche se dovessi diventare un due ruote che si piscia addosso, o un fottuto vegetale, di una cosa sarò sempre contento..."

Come si concluderebbe questa frase, in un film di guerra?

"di aver infilzato quel fottuto muso giallo al terreno col suo stesso coltello! Non doveva mettersi contro un marine americano!"

"di non essere stato costretto ad uccidere nessuno!"

La risposta è chiara.

Ok, i film sono finzione e la realtà è un altra. Ma, in un mondo dove la guerra reale è vista tramite lo stesso strumento usato per vedere la guerra finta. la differenza è poi così marcata?

Tornando al dialogo, se, al posto di un soldato fresco fresco di condiz... ehm.. ADDESTRAMENTO e di un attore in preda ad un'insolazione, ci fossero state delle persone che la guerra l'avessero vissuta davvero. Avrebbero detto una cosa del genere?

Non credo, non avrebbero trattato la morte di un uomo, e, di conseguenza la guerra stessa, con una tale leggerezza... La leggerazza tipica di chi non sa e non vuol sapere, di chi guarda il mondo e le persone restando impermeabile, senza cercare, con uno sforzo empatico, di immedesimarsi nei panni altrui.

Chi ha vissuto la guerra non deve sforzarsi per capire il suo orrore, ma noi sì, è un nostro preciso dovere. Anzi, è IL NOSTRO DOVERE PRINCIPALE.

PS: Se sapesse che la sua famiglia è stata sterminata con un missile supertecnologico, lanciato da un pilota super addestrato, smetterebbe di piangere
?

 
Rispondi al commento:
GDTeo
GDTeo il 09/03/08 alle 13:03 via WEB
Non credo che il problema siano i videogiochi, ma l'andamento economico attuale, se la smettessimo di consumare come locuste avremmo meno necessità di materie prime e meno guerre all'attivo... A volte basterebbe il dialogo, ma di dialogo non ce n'è...
 
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I am a drifter on a hungry empty sea
There is no one on earth to rescue me
The winter storms they freeze me
Summer burned alive
I can't remember when another soul passed by
Marooned and stranded, on the Islands of the Damned
There is no one on earth to take my hand
There is no voice to speak, no soul for company
The sun goes down like blood into the Western Sea

Alone and dying, and a thousand miles from home

I know I never was so broken and alone
I searched the sky for God, shivered to the bone
Drowned in sorrow, Lost in the Ozone

No hand for me, abandon me

Wash over me, watch over me, drowned forever
Alone and crying, and a thousand miles astray
Alone upon the cruel sea, forsworn and cast away
I turned my face to god, but his face was turned away

Lost in the Ozone, nothing left to say

Lost in the Ozone, nothing left to say
Nothing left to say, nothing left to say
Wash over me 
 
 
 
 
 
 
 
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