Creato da Gemma_Jones il 16/03/2007

Gemma Jones' World

Pensieri sussurrati o gridati di una showgirl en travesti

 

 

Amo Nessuno Tranne te.

Post n°23 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da Gemma_Jones

TI AMO.

PERCHE' TU SARAI SEMPRE

IL MIO SOLO DESTINO.

POSSO SOLTANTO AMARTI

SENZA MAI NESSUN FRENO.

 

 
 
 

...fa sempre male

Post n°22 pubblicato il 24 Aprile 2010 da Gemma_Jones

succede. a tutti. anche a me.
ti travolge. ti illumina. ti scalda.
ti fa sentire speciale. onnipotente. fortunato.
e poi, un giorno, mentre la vita continua a correre imperterrita e da sola, fregandosene di tutto e tutti, la tua esistenza si ferma.
Bastano poche parole.
Basta una sola frase.
Milioni di possibilità sintattiche, ma un solo valore semantico: FINE.
Da quel momento, il sole smette di scaldare, un lampione che diventava la nostra luna piena, torna ad essere un comune lampione.
Ci si chiede: perché proprio a me?
Ma sarebbe più giusto chiedersi: perché a me no?
Sono forse più speciale di altri?
Sono forse il detentore del segreto dell'eterno amarsi?
Oggi il cielo e il mio cuore hanno lo stesso colore.
Non ho voglia di sorridere, non ho voglia di piangere, non ho voglia di gridare, non ho voglia di distrarmi.
Vorrei fermarmi ad un secondo prima di quella frase, quando i giorni della mia vita, ordinaria, caotica, annoiata, frenetica, speciale, anonima, intensa, avevano un comune denominatore: Lui ed Io. Insieme.
La pioggia oggi ha lavato via  seicentotrentadue giorni di progetti, quindicimilacentosessantotto ore di speranze, cinquantaquattromilioniseicentoquattromilaottocento istanti unici.
Non è la prima volta nella storia, nel mondo, neanche nella mia esistenza.
Provi a razionalizzare.
Intrecci pensieri fatti di se e di ma.
Inventi teoremi corollari e congetture perché le ferite passino in fretta.
Nessuna ferita si rimargina con la ragione.
e lascia comunque la sua cicatrice.
Non sono solo.
Passerà.
Rialzati.
Reagisci.


...fa sempre male

 
 
 

Certi giorni di ordinario sadomaso

Post n°21 pubblicato il 18 Marzo 2009 da Gemma_Jones
 
Foto di Gemma_Jones

 

   Parcheggio in via Riva di Reno, regolarmente alle 12.30, dopo i consueti 15 interminabili minuti di ronda nell'itinerario Calari, sinistra, Grada, dritto, Riva di Reno, rotonda, Azzarita, destra Calori est, inversione a U, Calori Ovest, destra, Azzarita, loopando il tragitto fino alla vista di quei poco più di tre metri di spazio vitale recintato dalla riga blu.
   Poi l'obolo di tre euro alle colonnine rosse, e inizia la marcia sfrenata (borsone in spalla, sigaretta nella mano destra, mano sinistra in tounèe per il check chiavi-cellulare-portafogli) verso la palestra. Una routine consolidata in dodici mesi di sostituzione GAG.
   Di corsa in via San Felice, attraversamento azzardato-ma-collaudato all'incrocio di via Marconi, cinque secondi alla svolta su Ugo Bassi...

Sudore.
Nervoso.
Stizza.
Collera.
Le vedo.

   Sono lì, allineate su due file come guardie svizzere, ferme come nature morte, disarmoniche, vuote e variegate come bottiglie di vino sulla credenza degli studenti: so che dovrò attraversare quel giogo come un sannita alle forche caudine. Gli sguardi impazienti, come di galline nell'aia alla ricerca del granturco, intenti a captare l'incrociarsi di uno sguardo titubante, indeciso, sincero, contro cui scagliarsi per vomitare addosso frasi inculcate da qualcuno con la giustificazione “...è un modo per allacciare”.
   Le conosco tutte quelle frasi, elaborate per allacciare non un dicorso, un confronto, una diatriba, ma una preda nella trappola infernale di Mondolibri.

 “Ehi ragazzo, tu leggi?”
“Scusa, l'ultimo libro che hai letto?”
“Ciao un sondaggio, ti piace leggere?”

   La prima volta che le vedi, povere ragazze sotto il sole o in balìa del vento o inumidite dalla pioggia, cerchi di essere accomodante, sorridi, cerchi di formulare scuse, diversivi, giustificazioni, perplessità.
   Ma le soldatesse del pat time, le avide di provvigioni sono incalzanti, Testimoni di Geova-Libro, proseliti non del Libro-Cultura ma del Libro-Prezzo, lupi rapaci in cerca di agnelli a cui rifilare la clausola di due anni, la promessa di un acquisto a cadenza mensile, forzato, obbligato.
Settimana dopo settimana, costretto dal mio lavoro a percorrere sempre quel maledetto pezzo di marciapiede, inizo ad avvertire quella noia, quel fastidio, quella rottura-di-cazzo, diciamolo! che diventa quasi sadismo, voglia di rispondere, di urlare contro la loro scorrettezza e dunque volgarità, la loro ignoranza, la loro mediocrità e aggiungiamo anche la scarsa fantasia nell'abbordare potenziali vittime.
   La mia mente allora ha a disposizione non più di cinquanta passi per fantasticare e stuzzicare la creatività, studiare cioè quell'atteggiamento che possa irritarle, ammutolirle, umiliarle in maniera originale, mettendo alla luce la loro essenza ridicola e dozzinale.

Quaranta passi, idea embrionale.
Trenta passi, idea fetale.
Venti passi, il tempo è compiuto.
Dieci passi, le doglie.
Cinque passi, fase prodromica.
Un passo, fase dilatante.

?

Niente.
Oggi nessuna delle sei arpie ha tentato di adescarmi.

Deluso, continuo la marcia verso la palestra. Stesso sentimento di nervoso,stizza e collera per NON essere stato disturbato.

 

Dopotutto il Sadismo va a braccetto col Masochismo!

 
 
 

Le Ricette di Pillowbiter

Post n°20 pubblicato il 31 Agosto 2007 da Gemma_Jones
Foto di Gemma_Jones

Vi inoltro amici lettori una vecchia ricetta molto appetitosa che ho rispolverato dal blog di Pillowbiter, che potete agevolmente consultare su http://blog.libero.it/maledimiele/ . E' una ricetta abbastanza facile (ci vuole solo un po' di pratica) e da' rsultati davvero soddisfacenti... specie in alcuni periodi della propria vita.Lo chef consiglia:

 Autolesionismo in salsa fuxia

Occorrente per una persona:

-         1 casa un po’ isolata;
-         1 dispensa abbastanza fornita (possibilmente di alimenti poco nutrienti);
-         2 stecche di Marlboro rosse;
-         esperienze passate, q.b.

 Tempo di preparazione:

Sono sufficienti un paio di giorni.

Barricate la porta della vostra abitazione un po’ isolata, meglio se in un paesino di montagna un po’ a fanculo. Non occorre staccare il telefono o spegnere il cellulare, tanto nessuno vi chiamerà.
Scegliete un percorso limite da assegnarvi, del tipo letto-cucina, e mettetevi qualcosa di comodo, possibilmente già sporco.
Abbiate cura di non lavarvi per tutto il periodo della preparazione, e fate attenzione a non toccare per nessuna ragione lamette, schiuma da barba e crema per il corpo ai lamponi, anche se vi guardano con gli occhi languidi. Non preoccupatevi, dopo il primo giorno saranno loro per primi a guardarvi con disprezzo.
Mentre attendete che i vostri capelli si rosolino per bene in una padella ben unta di sebo, stendetevi sul letto come la sfoglia per le lasagne e iniziate a frullare cattivi pensieri e paranoie, aggiungendo di tanto in tanto una grattugiatina di angoscia. Evitate di rallentare il processo, altrimenti il composto impazzisce.
Ricordatevi di innaffiare il composto ripetutamente con abbondanti e profonde boccate di fumo, meglio se con monossido di carbonio pari a 10mg.
Quando vedete che ormai la vostra mente inizia a fumare (non temete, non s’è bruciata!), aprite la dispensa e ingurgitate il più possibile. Più vi abbufferete, meglio verrà il piatto. Quando anke lo stomaco si è riempito-quasi-ke-scoppia, lasciate riposare una decina d’ore. Al risveglio, tiratevi fuori dal vostro giaciglio imburrato, e servitevi con gli okki ankora appiccicati di sonno davanti allo spekkio: ecco fatto, il piatto è pronto, e la vostra persona è completamente distrutta.

Ah, la salsa d’accompagnamento. Mmmmh..forse è meglio evitare. Il fuxia col nero non va più di moda.

 
 
 

Un Ditching senza volo...

Post n°19 pubblicato il 14 Luglio 2007 da Gemma_Jones
Foto di Gemma_Jones

Eccoci, ci siamo, il primo momento di verifica è arrivato, stranamente puntuale per avere a che fare con gli aerei... Ho sperato con trepidazione che l'imbarco arrrivasse, ho lasciato nel mio amato aeroporto valigie di affetti e doveri, ed eccomi qua, ora, alla fine della prima tratta virtuale, a farmela sotto per venti minuti di domande e nozioni e per un ditching senza volo.
Non basterebbe uno smoke hood a farmi respirare, non servono neanche gli scivoli di emergenza: da questa situazione intossicante per il mio spirito un pò ansioso dalla quale vorrei fuggire, non esistono mezzi protettivi e di fuga.
Chiuderò tutti i manuali, resetterò tutte le mie emozioni, prenderò una pasticchina di valeriana e mi dirigerò al centro commericale più vicino. 
L'esame di coscienza alla mia diligenza mi ha assolto... speriamo lo faccia anche l'esame di coscienza al mio portafoglio... perché almeno oggi non voglio preoccuparmi se la verifica di rivelerà un ammaraggio o un volo in alta  quota: la mia terapia anti-caghetta sarà tornare ad essere per un giorno la Pretty Woman di un tempo.
Incrociate le dita per me, questa che inizia è la settimana di allerta: "Assistenti di volo ai vostri posti!"

 
 
 
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