celti

Un celta stupisce il re dei macedoni


Da tutti i punti cardinali giunsero capi delle tribù barbariche per vedere il giovane che li sfidava sul loro territorio.Uno arrivò dal corso superiore del Danubio,entrando, con questa visita nella storia anche se anonimo.Alessandro dovette riceverlo con speciale curiosità.Come conoscitore di Erodoto,egli sapeva infatti che il Danubio "nasce nella terra dei celti",e che,quindi,l'uomo doveva appartenere a un popolo a lui noto almeno per sentito dire,e con il quale i suoi sudditi più occidentaliche abitavano la costa albanese,erano già da tempo in contatto.Inoltre,il padre di alessandro era stato assassinato proprio con un pugnale celtico.  Alessandro stava ora dunque per conocsere un esemplare di quella gente che produceva questo tipo di arma.L'uomo entrò nella sua tenda.Di che cosa abbia parlato con lui il Macedone,e in quale lingua non ci è purtroppo tramandato.Solo Tolomeo,un amico del giovane sovrano,ha annotato per la prosterità frammenti della loro conversazione.Alessandro -dice Totolomeo- chiese al celta che cosa il suo popolo temesse di più,"nella speranza,ovviamente,che quegli rispondesse:(te)".La risposta,invece,fu totalmente diversa;il celta disse che la sua gente nulla temeva di più dell'idea "che il cielo potesse caderle sulla testa".