catene mentali

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La piaga suicidi dei reduci.  Una ''piaga enorme'' aspetta l'America che torna a casa dal fronte iracheno: ''il moltiplicarsi del numero di suicidi fra i veterani che stanno raggiungendo i livelli della guerra in Vietnam e i soldati malati di Ptsd, disturbo da trauma da combattimento''. Una situazione inquietante che Monica Maggioni ha raccontato nel documentario 'Ward 54', fuori concorso alla 67/ma Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Controcampo italiano. ''Gli americani - spiega la reporter di guerra, partita come giornalista embedded con i militari italiani nella guerra in Iraq - tornano a casa da un fronte, quello iracheno, e ne hanno aperto un altro, quello in Afganistan. Secondo i dati della rivista dell'esercito 'Army Times', tra i veterani gia' in cura nelle loro strutture amministrative ci sono 950 tentativi di suicidio al mese, una cosa abnorme. L'anno scorso sono morti piu' soldati per i suicidi che in combattimento. E' la piaga enorme che l'America dovra' affrontare sia dal punto di vista sociale sia economico''. Inoltre, gli Usa ''non hanno un numero di soldati sufficiente per coprire tutte le loro missioni che durano a lungo e quindi si viene richiamati con grande frequenza. I soldati stanno 15 mesi fuori e poi, dopo quattro -cinque mesi vengono richiamati per un anno e questo fa aumentare ulteriormente il rischio di suicidi''. In 'Ward 54' la Maggioni racconta due storie: quella di Kris Goldsmith ''giovane ragazzo che ha fatto il militare per scelta e dopo una serie di traumi, quando deve ripartire tenta il suicidio''. Ora Goldsmith ''sta conducendo una battaglia legale contro l'amministrazione perche' non gli vogliono dare il congedo con onore e questo - racconta la Maggioni - non gli permette di avere la borsa di studio per studiare. Kris e' orfano e vuole fare il medico dei veterani''. La sua storia si incrocia con quella dei genitori di un Marine che si e' suicidato di ritorno dall'Iraq . Il film si apre con le interviste a Kris pochi mesi dopo il suo tentativo di suicidio e si conclude con gli avvenimenti piu' recenti. ''Credo che se c'e' una cosa bella e forte nel portare un film cosi' a Venezia e' che ognuno lo guarda e sente a diversi livelli. Non e' contro o pro qualcosa, racconta una realta' complessa, piena di contraddizioni, di paure e di traumi che di sicuro vivono anche i nostri militari italiani”.