Fimi replica: "Se fosse vero l'assunto che il p2p promuove le vendite di hit, dovremmo trovarci un mercato florido e non con dischi che invece di fare un milione di copie nel fanno 500 mila"
Dopo il varo della (l'ex Dottrina Sarkozy, che cerca di fare proseliti in Europa, soprattutto in ) e la condanna di in Svezia, il dibattito sulla pirateria online è quanto mai bollente.
In realtà come dimostrano i dati , il p2p (essendo una piattaforma distributiva e non un social network) è solo un amplificatore di notorietà e sul p2p i consumatori cercano e scaricano ciò che vedono nelle classifiche o ascoltano di più nelle radio". In poche parole, in base a questi dati, il peer to peer non sarebbe tanto una vetrina per gruppi underground e di nicchia, bensì piuttosto una cassa di risonanza per la popolarità delle star musicali.
In realtà è vero il contrario: gli artisti che vendono di più sono quelli più vittime del file sharing tanto che i dati di vendita confermano che i cali più consistenti, dal 2000 ad oggi, li hanno subiti le hit (in media una novità vende tra il 20 e il 30 % meno).
Fonte:<br>http://www.vnunet.it/it/vnunet/news/2009/05/18/fimi_risponde_allo_studio_sul_p2p__il_file_sharing_fa_male_alle_hit