Gennosuke

Post N° 246


[O carro vuoto sul binario morto]di Clemente ReboraO carro vuoto sul binario morto,ecco per te la merce rude d'urtie tonfi. Gravido ora pesisui telai tesi;ma nei rantoli gonfisi crolla fumida e vieneannusando con fāscino orribilela macchina ad aggiogarti.Via dal tuo spazio assortoall'aspro rullare d'acciaioal trabalzante stridere dei freni,incatenato nel greggeper l'immutabile leggedel continuo aperto cammino:e trascinato tramandie irrigidito rattienile chiuse forze inespressesu ruote vicine e rotaieincongiungibili e oppresse,sotto il ciel che balzānonel labirinto dei giorninel bivio delle stagionicontro la noia sguinzaglia l'eterno,verso l'amore pertugia l'esteso,e non muore e vorrebbe, e non vive e vorrebbe,mentre la terra gli chiede il suo verboe appassionata nel volere acerbopaga col sangue, sola, la sua fede.[Taci, anima stanca di godere]di Camillo SbarbaroTaci, anima stanca di goderee di soffrire (all'uno e all'altro vairassegnata).Nessuna voce tua odo se ascolto:non di rimpianto per la miserabilegiovinezza, non d'ira o di speranza,e neppure di tedio.                               Giaci comeil corpo, ammutolita, tutta pienad'una rassegnazione disperata.Non ci stupiremmo,non č vero, mia anima, se il cuoresi fermasse, sospeso se ci fosseil fiato...              Invece camminiamo,camminiamo io e te come sonnambuli.E gli alberi son alberi, le casesono case, le donneche passano son donne, e tutto č quelloche č, soltanto quel che č.La vicenda di gioia e di dolorenon ci tocca. Perduto ha la vocela sirena del mondo, e il mondo č un grandedeserto.              Nel desertoio guardo con asciutti occhi me stesso.[era da un po' che volevo metterle]