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Post N° 231

Post n°231 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da genoai
Foto di genoai

Calcio - cocaina, un legame stretto.
Da Maradona a Caniggia, fino a Mutu

La positività di Francesco Flachi alla cocaina non è una prima volta: calcio e stupefacenti si sono già incontrati. In principio fu Maradona ma anche altri campioni meno conclamati hanno attraversato il tunnel. Claudio Caniggia venne trovato positivo quando vestiva la maglia della Roma. Tra gli altri anche il portiere Pagotto e Adrian Mutu ai tempi del Chelsea, e ultimo in ordine cronologico Galdi della Nocerina.

Un legame purtroppo stretto che stenta a dissolversi. Calcio e cocaina è un'associazione che purtroppo ricompare con una certa regolarità nell'Italia pallonara. In principio fu Maradona. Il 17 marzo 1991 l`asso argentino risultò positivo ai controlli antidoping successivi a Napoli-Bari 1-0 (25.a giornata di Serie A). Ne usci` con una squalifica di 15 mesi, disse addio all'Italia ma evidentemente non alla polverina bianca, grazie alla quale tornò nei guai il 29 agosto 1997 quando giocava nel Boca Juniors. In mezzo anche un caso di efedrina ai Mondiali del 1994. Fuoriclasse in tutto, Maradona lo fu anche negli eccessi.

Dall'inizio degli anni Novanta in poi, però, le vicende pallonare sembrano legarsi sempre di più con quelle "stupefacenti". Ci sono le "stelle", come Claudio Caniggia, amico di Maradona, che il 21 marzo 1993 viene trovato positivo quando veste i colori della Roma e rimedia una squalifica di 13 mesi. Ma ci sono anche calciatori "normali". Fra questi, Edoardo Bortolotti. Il 21 aprile 1991, il terzino del Brescia si guadagna una squalifica di due anni dopo un match contro il Modena in cui era rimasto in panchina. Non si riprenderà più e morirà un anno dopo in un tragico suicidio. E si arriva sino ai recenti episodi in Serie C1, con Maurizio Iorio del Sorrento (sospeso in via cautelare dopo un test del 17 dicembre 2006) e Claudio Galdi della Nocerina, fuori fino al prossimo 31 maggio. Non mancano i casi intricati. Su tutti spicca quello di Pagotto. Dopo Fiorentina-Perugia del 20 novembre 1999, il portiere umbro venne squalificato per 20 mesi e, anche se rimarranno sempre i sospetti per un presunto caso di scambio di provette, il giocatore sconterà tutta la squalifica.

Altro choc è quello di Adrian Mutu. Il rumeno è in forza al Chelsea, ma i "Blues" cambiano allenatore nell'estate e il nuovo tecnico Josè Mourinho ordina dei test a sorpresa. Nelle analisi di Mutu si trovano tracce di cocaina e l'attaccante rimedia una squalifica di 7 mesi con conseguente rescissione del contratto. In questo caso c'è anche il lieto fine. La Juventus dà fiducia al ragazzo e il rumeno ne esce, tornando lo splendido giocatore di qualche anno fa prima in bianconero e poi in Viola con Cesare Prandelli. Per il Chelsea non era comunque il primo caso. Nel novembre 2002, il portiere australiano Mark Bosnich viene trovato positivo e squalificato per 9 mesi, la sospensione più lunga per un giocatore della Premier League sino a quel momento.

Poi c'è chi si è rialzato, come Fabio Macellari, uno dei pochi a confessare di aver assunto effettivamente cocaina, e chi ci è ricascato come Jonathan Bachini. Il 25 novembre 2004 viene squalificato per un anno quando difende i colori del Brescia, e il 4 dicembre 2005, quando si è trasferito a Siena, risulta ancora una volta positivo. Purtroppo per lui la sua carriera verrà terminata da una squalifica a vita. E' stato lui quello che ha pagato più di tutti tra gli uomini. Tra le donne, invece, ha fatto scalpore il caso di Marianna Hofer, calciatrice delle Fiammamonza fermata per due anni dopo un test positivo dello scorso 1 maggio. Secondo lei vi sarebbe anche una certa discriminazione sessuale. Gli uomini, in altre parole, pagano di meno.

 
 
 
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