Genova Nei Ricordi

Leggende, misteri e dicerie (seconda parte)


La leggenda più comune, non supportata da prove documentali, riguarda i cunicoli di comunicazione lungo le Mura. Secondo testimonianze, queste sarebbero collegate da passaggi sotterranei. Perché non è possibile ciò? Perché la cinta è stata realizzata senza l'ausilio di mine, utilizzando solo picconi e derivati per scavare la roccia. Quanto tempo ci sarebbe voluto per scavare un lungo cunicolo nel vivo scoglio, nel XVII secolo? Una galleria sotterranea aveva anche bisogno di prese d'aria, feritoie con funzione anche difensiva. Queste non sono presenti. L'equivoco nasce probabilmente dalla frase ricorrente "collegamenti - o camminamenti - lungo la cerchia". Ma questi rappresentano solo il cosiddetto "cammino di ronda", ancora oggi visibile, sul parapetto, all'aperto.Secondo una tradizione, le Mura dello Zerbino sono il luogo frequentato dal più volgare spettro cittadino. Tradisce intanto l'orario della categoria, non apparendo a mezzanotte ma all'alba, anche se attende la foschia, rara per quella zona; poi è laido e lacero, dall'aspetto quasi disumano, e maledice il malcapitato in cui s'imbatte. Sembra che si manifesti ogni dieci anni (sarebbe interessante conoscere la data dell'ultima comparizione ...)Il tracciato delle mura di Genova (in genovese Miâge de Zêna), ovvero i diversi percorsi che si sono succeduti nei secoli consentono oggi di ricostruire quella che fu la Genova del passato e di riconoscerne la dinamicità o staticità d'espansione in base alle diverse situazioni che la comunità genovese si trovò via via ad affrontare e dover risolvere.Nella sua lunga storia, la città capoluogo della Liguria si dotò di sette cinte murarie a controllo delle quali furono create in tempi diversi robuste fortificazioni.
Spesso la costruzione della cinta difensiva si è avvalsa, per ragioni pratiche o logistiche, di strutture precedenti, anche utilizzando tratti dell'esistente acquedotto.La nascita della città di Genova è databile tra il VII secolo a.C. ed il V secolo a.C.. In quest'epoca esisteva un piccolo centro fortificato alla sommità della collina chiamata oggi di Castello, il cui nome potrebbe essere ricondotto al Castellum (Castellaro) ligure, luogo di rifugio delle popolazioni circostanti.Il presunto segreto tra i forti Sperone e Diamante è un altro mistero a tutt'oggi sulla bocca di chiunque. Precisiamo subito che il passaggio non esiste; l'equivoco è nato quando la notizia fu pubblicata in un libro dedicato ai Forti genovesi. L'autore ha infatti frainteso le notizie che l'Anonimo del 1818 riportava sul Forte Sperone. Premettiamo che attraverso quest'ultimo, nel 1818, passava l'unica strada che immetteva al Forte Diamante (il Puin e i Due Fratelli all'epoca erano appena stati incominciati), la quale usciva da una poterna tuttora esistente sul versante Polcevera: "Sulla costa del monte il baluardo che forma l'angolo superiore ossia vertice sommo del gran recinto è fatto a forma di sperone di antica nave ... assai elevato è ... in sulla cresta del monte, da cui si esce per una porta secreta di comunicazione col Diamante". La "porta secreta" quindi non è altro che la Poterna.
 Forse sono in pochi a sapere che, al Forte Sperone, è legato anche il ricordo di un fantasma "dal brutale aspetto"; sembra che quest'entità sia apparsa "dietro invito formale" una sola volta, in data imprecisata tra il 1800 ed il 1900, a seguito di una seduta spiritica svoltasi "in una scuderia abbandonata, sotto la costruzione principale del forte". Lo spirito raccontò "di aver lì la sua dimora: dalla fine del '600, quando aveva assassinato una pastorella. E il corpo della ragazza, orribilmente straziato, effettivamente era stato trovato a suo tempo dai contadini".
Forte SperoneIl forte Sperone è forse il più importante dei forti genovesi in quanto si trova sulla sommità del monte Peralto, in una posizione dominante sulla città ed è punto di innesto delle Nuove Mura da levante a ponente con i percorsi che portano in direzione nord verso il forte Puin, il Fratello Minore ed infine il forte Diamante.Data la posizione dominante sulla città notizie riguardanti fortificazioni in questo punto risalgono a tempi molto remoti, fin dal 1300. Le prime vere notizie sono comunque del 1530, anno in cui il senato di Genova stanzia i soldi per la costruzione di una Bastia sul Peralto. In realtà il forte che conosciamo adesso deriva dalle modifiche effettuate tra il 1700 e il 1800.Nella prima guerra mondiale fu utilizzato come prigione, mentre tra il 1958 e il 1981 venne utilizzato dalla Guardia di Finanza.Da quel momento il forte é in disuso. D'estate vi si svolgono rappresentazioni teatrali in un contesto davvero scenografico ma la bellezza e la posizione incantevole di quest'opera ne vorrebbero sicuramente un uso più proficuo.Il forte Sperone é raggiungibile in macchina seguendo la strada per il Righi, dopo averne incontrato la sagoma partendo da levante é possibile, girando a destra subito dopo un tornante, giungere fino all'ingresso con ponte levatoio...
Forte DiamanteIl primo progetto del Forte Diamante risale al 1747 ma la costruzione vera e propria iniziò nel 1756. Altre trasformazioni avvenirono nel 1814 ad opera del Genio Sardo. Il suo abbandono definitivo, che dura fino ad oggi, è datato 1914.Il Forte Diamante è la postazione che si trova più a nord tra le mura di Genova, inoltre non è più ubicato nel comune di Genova ma nel comune di Sant'Olcese, unico forte a trovarsi fuori dai confini del comune. Il forte Diamante si trova sul monte Diamante ed è raggiungibile sia dalla Val Polcevera che dalla Val Bisagno, vallate su cui il Forte è in posizione dominante. La via più semplice è comunque quella che proviene dal Forte Sperone e che permette di giungere a piedi, superati il Forte Puin e il Fratello Minore, fino alla Sella de Diamante e quindi al tratto finale (comune tra tutte le vie di accesso) con 14 tornanti che si inerpicano fino al Forte.Arrivati in cima al Diamante si trova l'ingresso del forte, anticamente dotato sia di ponte levatoio che di stemma sabaudo. Il forte è ormai sprovvisto delle strutture in ferro, tra cui le grate a protezione delle caditoie, asportate durante la seconda guerra mondiale. Nonostante lo stato di abbandono, la struttura, considerata anche la posizione domiante sugli appennini e la tipologia di fortificazione, è molto scenografica e affascinante
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