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Mentre il G8 è andato liscio come la seta, il mondo si è inondato di sangue... nel silenzio generale


Un bel capolavoro mediatico il G8 abbruzzese: gli uomini più potenti del mondo intorno a un tavolo a parlare del futuro, le loro mogli a visitare i luoghi del terremoto. Nessun problema di ordine pubblico. Intanto in Cina e in Iran il sangue scorre con gran naturalezza e i media se ne fregano totalmente.Non è che si possa pretendere che Berlusoni o Obama attacchino frontalmente le autorità cinesi, bisogna essere realistici. La Cina non è la Serbia (tanto per fare un esempio non casuale) e non si può prendere veramente di petto. Credo però sia veramente squallido che durante il G8, che è appunto una riunione in cui concentrarsi sul mondo, fatti gravissimi che avvengono nel mondo vengano fatti passare in secondo (o meglio terzo o quarto) dalla nostra stampa.Qualche attenzione si era concentrata, a dire il vero, sulle manifestazioni iraniane, sulla morte in piazza e sui successivi arresti. Questo prima che iniziasse il G8, poi il buio. La riunione abbruzzese ha catalizzato i riflettori e tutto il resto è stato relegato in quinta pagina o peggio. In Cina si parla di migliaia di morti. Sono eventi di una notevole gravità e che vanno rimarcati dalla stampa e portati alla conoscenza dell'opinione pubblica internazionale. Gli uiguri non possono certo difendersi da soli dal regime cinese e nemmeno possono sperare che altri si mettano in guerra al loro fianco, come successo quando non era in gioco una potenza del livello cinese. In situazioni come queste, e soprattutto coi mezzi mediatici a disposizione oggi, la loro salvezza può essere la diffusione capillare di quello che sta succedendo in tutto il mondo e l'indignazione dell'opinione pubblica.Persino un regime forte e antidemocratico come quello cinese deve tener conto dell'opinione pubblica internazionale, anche e soprattutto perchè questa influisce (nonostante tutti i tentativi di impedire che ciò accada) sull'opinione pubblica interna, del cui appoggio ha - almeno in parte - bisogno.La superficiale naturalezza con cui invece i media hanno trattato il caso è stata come minimo deludente. Mille foto e servizi sui sorridenti "otto" e relative consorti, poco più di una mezza foto sui non si sa quanti morti dello Xinjiang.  (a causa appunto della mancanza di materiale sugli eventi dello Xinjiang, ho messo come foto di richiamo un'immagine tratta dalla voce wikipedia sugli Uiguri: una sorridente ragazza di questa etnia... magari non c'entra molto!)