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LA SICILIA CHE SCOMPARE

Post n°6 pubblicato il 08 Agosto 2010 da marig49

UN LINGUAGGIO DIMENTICATO

Peppi che checcu eppi n'chiappi chi chiummi di chiacchi chi n'chiuinu i pacchi

GIUSEPPE CHE E' BALBUZIENTE HA AVUTO DIFFICOLTA' CON I PIOMBI DEI LACCI CHE CHIUDONO I PACCHI

Tanu li tunni di tannu li tinni tutti n'te lanni tunni

GAETANO I TONNI DI ALLORA LI TENNE TUTTI DENTRO LE LATTE ROTONDE

Cicciu chi scorci du scacciu arrasca li fraschi di frischi sciaschi

FRANCESCO CON LE BUCCE DELLA FRUTTA SECCA RASCHIA I FRESCHI

Cola scaliava la calia, Fina filidda Fina filava

NICOLA RIMESCOLAVA I CECI SECCHI, SERAFINA DEI FILI SERAFINA FILAVA

Masi si misi i cammisi sivusi sivusi di sidici misi

TOMMASO INDOSSO' LE CAMICIE UNTE DA SEDICI MESI

Queste frasi, difficili da pronunciare, ed ancor più difficili da capire, fanno ormai parte di una Sicilia che scompare.

Si parla solo Italiano e le nuove generazioni, hanno sempre più difficoltà a parlare la "nostra lingua", quasi a volersi liberare di un fardello che la Sicilia e i Siciliani, si portano dietro.

Le grandi migrazioni verso il "continente" (così era definita l'Italia del nord) portarono via negli anni 50/60/70 ecc. se non milioni, sicuramente centinaia di migliaia di Siciliani.

Milano rappresentava la nostra America.

La freccia del sud, il treno che partiva da Palermo alle 11 del mattino, tutti i giorni, portava con se tanta gente che non sarebbe più tornata, se non per le feste.

Oggi i figli di questi nostri parenti e amici, sono milanesi, torinesi, ecc. ecc. ecc.!

Era bello vederli tornare.

Erano diversi, spigliati, raccontavano della libertà dai pregiudizi, della facilità di rapporti, delle discoteche, ma quello che più colpiva era la loro lingua: non parlavano più il siciliano ma l'italiano, con la "soronità" della regione che li ospitava. "Capito? Nè?" In questo nuovo modo di esprimersi, c'era tutta la voglia di riscatto e di emancipazione dal bisogno e spesse volte, dalla povertà!

Ci sentivamo - culturalmente ed economicamente - subalterni agli "italiani nati in Italia".

Il dialetto siciliano ne rappresentava il carattere distintivo.

Allo stesso modo,  gli "italiani" si sentivano subalterni agli americani.

La terra dell'oro, L'Eldorado tanto ambito e agognato vedeva arrivare a NUOVA YORK (così la chiamavano i siculi americani, ) "la freccia del sud dei mari" . La nave portava con se tante speranze e tanto dolore. Le valigie erano cariche di tutto, anche della terra dove si era nati, contenuta in un vasetto. Si perchè, andare in America non consentiva di tornare ogni anno. Quelle partenze, rappresentavano l'addio per tanta gente.

Il distacco dai luoghi dell'infanzia, dai parenti, dagli amici, era qualcosa di lacerante.

Quasi a volersi scrollare di dosso qusta amarezza, appena arrivati, cambiavano il nome.  GAMBINO GIOVANNI diventava JOHNNY GAMBINO, RANDAZZO GIUSEPPE diventava JOE RANDAZZO, LA BELLA TOMMASO diventava TOMMY LA BELLA e così via. A QUESTO PUNTO MI PREME RICORDARE UN SICILIANO DI SALAPARUTA.

Nel 1876 Girolamo La Rocca e sua moglie Vittoria Di Nino arrivarono a New Orleans. Provenivano da Salaparuta.   Domenico Giacomo  detto "Nick" La Rocca  (al centro con la trombetta) era il secondo di quattro figli. il giovane Nick era attratto dalla musica e dall e bande musicali  Segretamente cominciò a studiare cornetta, contro i desideri del padre, che sperava per il figlio una professione più prestigiosa. Notoriamente il Jazz è nato a New Orleans. Si pensa erroneamente che nacque fra i deportati schiavi dell'Africa e probabilmente erano le loro "note" nostalgiche. In verità con Nick La rocca, il Jazz divenne un genere musicale che si sarebbe poi diffuso in tutto il mondo. Un siciliano, quindi, di Salaparuta può benissimo definirsi come il padre del jazz. Fondò (allora) la famosissima banda Original Dixieland Jazz Band . Per capire di chi parliamo, ascoltate uno dei suoi tanti famosissimi pezzi, suonato in originale  TIGER RAG Oggi le cose sono cambiate?

Le nuove generazioni, il livello scolastico elevato che era precluso a tanti giovani di allora, ha fatto nascere una nuova coscienza. La consapevolezza cioè, ....che tutto è come prima. Almeno, ne abbiamo la consapevolezza! Pur Amando questa nostra terra, i nostri giovani oggi, paradossalmente, vanno ad insegnare l'italiano nelle scuole del nord e non solo lì. Lavorano negli ospedali e in tutti i settori.

Rimane sempre la speranza di poter tornare...un giorno!

Ricordate tutte le campagne elettorali? Tutti i politici riscoprono il sud come opportunità di sviluppo e di lavoro. Parlano di turismo ma si capisce bene, che è solo propaganda elettorale. Si capisce che debbono parlare del Sud e della Sicilia, come il prete che deve dir messa. In verità non vedono l'ora di intascare i benefici che derivano da una elezione. CHI NASCE TONDO NON PUO' MORIRE QUADRATO (più avanti ne spiegherò le origini, ovviamente siciliane). Qualche anno addietro c'erano gli ideali e i fatti erano conseguenziali. Oggi gli ideali contano men che niente.  Rimangono i fatti.....quelli propri e dei propri amici. Pensate un pò, in Sicilia, come in Italia, ci sono politici che vivono da una vita di "politica"! Senza mai un giorno di lavoro! 

Non si contano più i libri sui loro benefici e privilegi, a partire dal presidente della repubblica, ex "migliorista" del PCI. Chiedete anche a lui che lavoro abbia mai fatto! Chiedete a questi signori se hanno figli emigrati; se li mandano a morire in Iraq ecc. La verità è, che come popolo Siciliano, non riusciamo ancora a decidere del nostro destino. In attesa che questo avvenga, rispolveriamo e rilanciamo la nostra sicilianità, la nostra lingua le nostre bellezze.

 

QUESTO BLOG E' UN PICCOLO OMAGGIO AI SICILIANI CHE SONO PARTITI E NON SONO PIU' TORNATI, AI LORO FIGLI NATI LONTANI DALLA NOSTRA TERRA, A CHI AMA LA SICILIA, ALLA SICILIA CHE AMO!

Andiamo alla frase CHI NASCE TONDO, NON PUO' MORIRE QUADRATO

Forse non tutti sanno che le origini sono siciliane.

Eccola:

C'ERA UN CONTADINO CHE AVEVA UN PRATO DI FRAGOLE E NEL MEZZO VI CRESCEVA UN ALBERO DI PERI.

PURTROPPO ERA IMPRODUTTIVO ED IN PIU', L'OMRA DELLE FOGLIE, IMPEDIVA ALLE FRAGOLE DI ARRIVARE A PIENA MATURAZIONE.

DECISE DI COLTIVARLO ANCORA PER UN ANNO NELLA SPERANZA CHE QUALCOSA CAMBIASSE. MA ALLA SUA STAGIONE NON CAMBIO' NULLA.

 COSI' LO TAGLIO' E STAVA PER BRUCIARLO NEL CAMINO.

UN MONACO DELLA CONTRADA, VEDENDOLO, GLI CHIESE SE POTEVA DONARGLIELO. COSI' FECE VOLENTIERI.

IL MONACO NE FECE UNA GRANDE E NUOVA CROCE CHE POSE SULL'ALTARE, IN SOSTITUZIONE DELLA PRECEDENTE, ORMAI LOGORA E PICCOLA.

UNA DOMENICA SUONO' LE CAMPANE A FESTA E TUTTI GLI ABITANTI DELLA CONTRADA ANDARONO IN CHIESA PER CAPIRE COSA FOSSE SUCCESSO.

ANDO' ANCHE IL PROPRIETARIO DELL'ALBERO CHE RIMASE IN FONDO ALLA CHIESA TANTO ERA PIENA. IL MONACO NELLA SUA PREDICA DICEVA:

"FRATELLI OGGI E' UN GIORNO LIETO PER LA NOSTRA COMUNITA', ABBIAMO UNA NUOVA CROCE PIU' GRANDE, PIU' BELLA. SICURAMENTE I NOSTRI RACCOLTI SARANNO PIU' ABBONDANTI CON IL SUO AIUTO MIRACOLOSO...."

IL CONTADINO CHE GUARDAVA LA CROCE, SI RESE CONTO CHE ERA STATA RICAVATA DAL SUO "PERO" ED ALLARMATO SI FECE LARGO VERSO L'ALTARE, PREGANDO IL MONACO DI FARGLI DIRE QUALCOSA NELL'INTERESSE DI TUTTI. IL MONACO GLI DIEDE IL PERMESSO E LUI, RIVOLTO ALLA CROCE, COSI' PARLO':

"Piru nascisti n'to n'ortu eccellenti,                               

ma pira a munnu tua u nn'a fattu mai,                           

ora ca ti misiru n'ta sta cruci prisenti,                           

cu n'ti canusci ti veni a adurari,

ma iu ti canusciu ca si piru fradiciu,

ora san petru scrissi nna so menti,

cu di natura nasci un pò canciari,

ne pira e nè miraculi po fari!

CHE TRADOTTO....... 

Pero nascesti in un eccellente orto

ma peri da che mondo è mondo, non ne hai mai fatto,

ora che ti presentano sotto forma di croce

chi non ti conosce ti viene ad adorare

ma io ti conosco che sei un pero fradicio

ora San Pietro scrisse chiaro nella sua mente

chi nasce con una certa natura non può cambiare

non hai fatto peri e vuoi fare miracoli!?


Quando avevo 10 anni circa, mio padre, forse per stimolare la mia memoria, mi promise 20 lire se avessi imparato questa filastrocca in siciliano. Figurarsi, per venti lire, allora avrei imparato anche la divina commedia. Ma bastò quella:

LUNA LUNA STANTA LUNA,

DI LU CELU SITI PATRUNA,

QUANNU JTI A COCCHI BBANNA,

SALUTATIMI A SANT'ANNA,

SANT'ANNA E TANTU BEDDA,

COMU NA SCOCCA DI ZAGAREDDA,

A ZAGAREDDA CCI CARIU,

SAN GIUSIPPUZZU CCI LA SPINCIU,

CCI LA SPINCIU CU VASTUNEDDU,

SAN GIUSIPPUZZU LU VICCHIAREDDU,

ATTRUVO' NA RUTTICEDDA,

A SCUPO' A NNITTO',

ACQUA E NIVI CCIA' CARUTU,

MME MME MME,

TUTTI LI CAPRI CA FANNU MME,

E LU LATTI DI LA CAPRA E NA MENNULA ATTURRATA,

PASSA SAN GIUVANNI,

STINNI LI PANNI,

PANNI E PANNIZZI,

GIOIA DI TRIZZI,

TRIZZI N'CANNULATI E MARIA PIETATI,

PIETATI SANTA LUCIA,

N'TONA CAMMARA CHI LIGGIA,

CHI LIGGIA LU BEDDU NNOMU,

DI QUANNO DIU SI FICI OMU,

LUCIA CHI CCIAI N'TA STI OCCHI,

CCIA METTIRI PAMPINI DI FINOCCHI,

SI CCE' SANGU SQUAGLIERA',

SUN CCI NNE A MMARI SI NNI VA'

Mai capito il significato. Invece, navigando su internet trovo questa bellissima e tristissima storia dimenticata, di una ragazza morta a Palermo per mano dell'inquisizione. Si vede che la ripeterò, in sua memoria, almeno una volta al giorno.

Se volete visitarlo, questo è il sito in cui si parla della tragica uccisione di questa ragazza sedicenne.

www.parolecon.com/ita/prosa/santaluna.htm

 

 
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