Beirut (Libano), 31 mag. (LaPresse/AP) - Il governo siriano ha attribuito la responsabilit del massacro di Hula a un gruppo di circa 800 combattenti ribelli. Lo ha dichiarato Qassem Jamal Ihsan, a capo dell'inchiesta condotta dal regime sulla strage della settimana scorsa, in cui hanno perso la vita 108 persone, soprattutto donne e bambini. Durante la conferenza stampa che era stata annunciata in giornata, Ihsan ha negato categoricamente ogni ruolo di Damasco nel massacro, spiegando che sono stati centinaia di ribelli ad assassinare i civili dopo aver lanciato un attacco coordinato in cinque posti di controllo delle forze di sicurezza governative.
La strage di Hula, considerata una delle più sanguinose della crisi siriana, ha scatenato condanne dalla comunit internazionale e ha portato a un'espulsione coordinata di diplomatici siriani da undici Paesi, ovvero Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Bulgaria, Olanda, Stati Uniti, Australia, Canada e Giappone. Secondo le Nazioni unite, i principali responsabili del massacro sono, oltre alle forze del regime, i cosiddetti shabiha, combattenti vicini al governo del presidente Bashar Assad, che negli ultimi mesi hanno spesso lanciato attacchi contro i dissidenti. L'Onu sostiene che nella strage siano stati assassinati 108 civili, tra cui 49 bambini e 34 donne.