A R T E

45 anni e per Piazza Fontana attendiamo ancora la veiritá


Avevo 9 anni, quando in quel pomeriggio brumoso del 12 dicembre 1969, il cielo grigio di Milano fu squarciato dal rombo della morte. Mia nonna che venne a prendermi dai "lupetti" lì vicino a P.le Novelli, sussultò dicendo "bombardano", una giovane mamma rispose "sarà una caldaia". Un altro nonno, le rispose dicendogli "Si sbaglia, lei era piccola durante la guerra, ma io che ero a Milano, li ricordo bene e questa è una bomba. In qualche cantiere avranno toccato un ricordo degli alleati". Non si poteva pensare che qualcuno mettesse a morte della gente solo per creare terrore. Invece fu così. Per contrastare quel vento del cambiamento che modificava valori e abitudini, oltre che i costumi che era stato il 1968 e anche quell'anno, quella sera si inaugura nella nostra città la "strategia del terrore". A strage seguirono altre morti ...Pinelli, poi Calabresi e anni di carcere per un innocente romantico anarchico Valpreda. E poi altri anni altre bombe, altre stragi altre bare.Eppure oggi che sono passati 45 anni, siamo ancora qui ad attendere una verità che non arriverà forse mai è un processo vero e tombale. Aspettiamo con determinazione e sopratutto non dimentichiamo.