A R T E

Oggi sfilando con la Brigata Ebraica ho visto lo sguardo dell'odio razzista


Oggi ho sfilato con la Brigata Ebraica, quel reparto composto da ebrei combattenti che risalirono l'Italia per liberarla e liberare l'Europa dal nazifascismo. Erano un reparto militare regolare inquadrato nell'Armata Britannica, ma al pari dei partigiani se caduti nelle mani dei tedeschi, venivano ammazzati. Per loro non vi era Convenzione di Ginevra che tenesse, perché loro erano Ebrei, un popolo da sterminare. Se non vi fossero stati loro, avrai sfilato con "i Sentinelli" perché gli omosessuali venivano sterminati. Ma in San Babila è stato surreale vedere gente che gridava i nostri stessi slogan, cantavano le nostre stesse canzoni, urlarci addosso, sputarci addosso e cercare di colpirci con le bandiere di un popolo che sta soffrendo, quelle palestinesi. Io ho fatto quello che facevo da ragazzo nei servizi d'ordine dei movimenti giovanili, quello che ho fatto per trent'anni poi indossando i simboli di neutralità del mio Movimento che porta una croce rossa come una mezza luna rossa o una stella di David rossa: mi sono messo in mezzo. Mi sono preso i miei cinque minuti di sputi, di insulti qualche altra cosa dura sulla schiena e una mi colpito di punta con una bandiera che poi gli ho tolto, ma per il rispetto della bandiera che usava come lancia.Una cosa mi ha però colpito, i loro occhi, vuoti di intelligenza, privi di raziocinio carichi solo di odio un odio vuoto. Credo che fossero uguali a quelli di chi portavano prima gli ebrei omosessuali e Rom verso i carri piombati, lo stesso sguardo di chi nel 1915 trucidava gli Armeni, lo stesso dei titini quando infoibavano gli italiani.  Occhi brutti, ma soprattutto vuoti. Occhi da combattere.