A R T E

«Promossa come l’abitazione più ecologica d’Italia».


Costruita a Modena, ha ottenuto la super-certificazione
È di legno e ricicla tutto. Ecco la casa del futuro..      Vista dalla strada, la palazzina a due piani in via Pillio da Medicina, nella prima periferia modenese, ha l’aria linda di un edificio fresco di ristrutturazione, con la sua cancellata nuova di zecca e il giardino ben curato. Se si scende in cantina, però, ecco apparire il cuore tecnologico della casa più ecocompatibile d’Italia, così com’è appena stata riconosciuta, secondo i rigidi protocolli dell’americano «Green Building Council», certificati con l’assegnazione della targa «GBC Home Platinum».  È qui, nel seminterrato, che si trovano i pannelli di controllo dell’impianto fotovoltaico montato sul tetto e della domotica. Sempre da qui si comanda l’impianto geotermico che fa circolare l’acqua lungo quattro pozzi profondi 80 metri, raggiungendo una temperatura di 14 gradi lungo i tubi che si dipanano sotto i pavimenti, il che permette il raffrescamento estivo e un certo risparmio sul riscaldamento invernale. Il risultato finale è un’abitazione dove l’autosufficienza energetica arriva a toccare l’80%. Ma non finisce qui, perché il meccanismo di riciclo dell’acqua piovana permette un uso ridotto dell’acqua domestica in ragione del 70%. La pioggia, infatti, viene convogliata dalle grondaie in una cisterna da 6mila litri che rifornisce sia gli sciacquoni dei servizi igienici (lo sapevate che, da soli, assorbono normalmente il 40% dei consumi domestici?) sia l’irrigazione del giardino.   Elementi green  In realtà l’elenco degli elementi «green» di questa villa è molto più lungo e particolareggiato, perché praticamente non c’è un dettaglio che non sia stato progettato e realizzato nell’ottica del più ridotto impatto ambientale possibile. A cominciare dalla collocazione e dal materiale di costruzione, come spiega Andrea Serri, di professione responsabile comunicazione di Confindustria Ceramica: «È stata costruita nello spazio occupato da una casa preesistente che è stata demolita e, dunque, non c’è stato consumo di territorio, e si trova a meno di 400 metri da due fermate del bus e da una pista ciclabile. Abbiamo utilizzato legname proveniente dall’Alto Adige, dunque da meno di 350 chilometri, il che è un altro requisito di ecocompatibilità, perché quanto più vicino è il luogo di produzione tanto minore è l’impatto in termini di inquinamento per il trasporto. Inoltre, per ogni albero tagliato per il legno usato per questa casa, ne è stato piantato un altro».  Welfare aziendale  Il quartiere in cui ci troviamo, una zona residenziale poco lontana dal centro storico di Modena, è uno dei primi esempi di welfare aziendale: le case, tutte a due piani con giardino e tutte realizzate nello stesso stile architettonico, risalgono al 1952 e vennero assegnate dal commendator Martinelli agli impiegati della sua azienda di aratri con un sistema di mutui agevolati. La villa di Serri è stata ricostruita con le stesse caratteristiche di quelle vicine, a parte la struttura lignea, che non si vede affatto, ma costituisce l’ossatura della palazzina: «Le pareti sono tutte in legno e altri materiali naturali come la lana di roccia, per l’isolamento termico. I triplo vetri delle porte-finestra che danno sul giardino hanno un intercapedine che limita al massimo la dispersione di calore. Ma, soprattutto, questa è una casa “carbon free”: non c’è consumo di energie fossili”. La cucina, così come l’impianto di riscaldamento, non è alimentata dal gas, ma dall’energia elettrica prodotta dai pannelli solari. Quando la produzione dell’impianto fotovoltaico eccede rispetto al fabbisogno familiare, il surplus viene ceduto a Hera, l’azienda erogatrice. Se, invece, serve più energia alla casa, la famiglia Serri la acquista dal distributore.   Agevolazioni fiscali  Altri dettagli minori contribuiscono a ottimizzare i consumi: dai sensori che sospendono l’irrigazione automatica in giardino in caso di pioggia a quelli interni per la regolazione della luce, fino agli aeratori installati in ogni rubinetto, per ridurre l’acqua in uscita. Le superfici orizzontali sono state rivestite di ceramica riciclata al 40%. Per realizzare tutto questo ci sono voluti un anno di progettazione e il lavoro congiunto di cinque professionisti, dall’architetto all’esperto di domotica, ma parte delle spese rientreranno con le agevolazioni fiscali legate alle ristrutturazioni, per non parlare dell’investimento a lungo termine sul risparmio energetico.    Complessivamente è costata fra i 2.500 e i 2.800 euro al metro quadro. «È stata una sfida: questa casa è la dimostrazione che si può realizzare un’abitazione con grandi performance di sostenibilità». (di Franco Giubilei)