A R T E

“Il governo dice di restare a casa: ma io che non ho una casa cosa devo fare?”.


Io in quarantena a Torino..
È quello che si chiedono le centinaia di persone senza fissa dimora che in questi giorni devono affrontare nuove difficoltà anche a causa del coronavirus. Di notte stanno nei dormitori, dove non sempre è semplice garantire le distanze di sicurezza, di giorno vagano per la città.
La Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora (Fio.psd) ha lanciato un appello "#iostoacasa ma... chi non ha una casa?" per affrontare la questione. Si chiede di tenere aperti dormitori e centri che accolgono le persone senza fissa dimora e non diminuire, anzi aumentare, i servizi a loro dedicati. Eppure molte attività, almeno a Torino, sono già state sospese: dall’ingresso dei volontari, che spesso aiutano nel momento del pasto, ad alcuni servizi diurni che comprendono anche l’utilizzo delle docce. Sempre per rispetto delle regole imposte per evitare il contagio da coronavirus.
A Torino alcuni si sono attrezzati come possono: il Sermig ha attivato misure come la consegna di gel igienizzanti all’ingresso e ha chiesto alle donne con bambini di restare all’interno delle strutture anche di giorno, per evitare l’uscita e l’ingresso quotidiani, più difficili da gestire. Non è possibile però, considerati i numeri, fare lo stesso con gli uomini accolti, che sono un centinaio: e che quindi ogni mattina devono nuovamente uscire dalla struttura e stare in strada. Mancano luoghi pubblici dove fermarsi e restare qualche ora a scaldarsi e sono sospesi quasi ovunque i servizi diurni...ciao Kikka a presto...