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la grande mostra sulla scultura del Rinascimento da Donatello a Michelangelo


Si è aperta ieri al Castello Sforzesco di Milano, presso le Sale Viscontee, la mostra "Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento", visitabile al pubblico fino al 24 ottobre 2021. Una grande esposizione con 120 opere dedicata alla scultura del Rinascimento, in cui centrale è la figura umana.
fino al 24 ottobre 2021, le Sale Viscontee del Castello Sforzesco di Milano ospitano la mostra Il Corpo e l’Anima, da Donatello a Michelangelo. Scultura italiana del Rinascimento, a cura di Marc Bormand (conservatore al dipartimento delle sculture al Louvre), Beatrice Paolozzi Strozzi (direttrice del Museo Nazionale del Bargello dal 2001 al 2014) e Francesca Tasso (conservatrice responsabile delle Raccolte artistiche del Castello Sforzesco): obiettivo della rassegna è quello di utilizzare la scultura, in dialogo con le altre arti (pittura, disegnie altri manufatti) per evidenziare i principali temi dell’arte italiana nella seconda metà del Quattrocento. L’esposizione illustra dunque la scultura italiana del Rinascimento, che ha visto all’opera molti grandi artisti, tra i quali Donatello e Michelangelo ma anche Tullio Lombardo, Bertoldo di Giovanni, Antonio Pollaiolo, Bartolomeo Bellano, Bambaia, Francesco di Giorgio Martini, Sansovino, Giovanfrancesco Rustici, Cristoforo Solari, e molti altri.Protagonista dellamostra è la figura umana, nel suo essere corpo e anima, nell’interpretazione innovativa data dagli scultori del tempo. Il corpo e l’anima non si contrappongono nella scultura del Rinascimento, ma al contrario, secondo le teorie di Leon Battista Alberti, i movimenti (ovvero le pulsioni) dell’anima sono rese visibili dall’attitudine dei corpi, così come il tormento fisico è finalizzato a commuovere lo spettatore. Gli artisti interpretano questa caratteristica in tutta la sua ricchezza, rappresentando i corpi a riposo, in movimento, mentre stanno lottando, mentre sognano, evidenziando le emozioni dell’anima, tanto nell’ambito sacro quanto in quello profano, in un modo sia ferocemente espressivo sia, al contrario, dolce e delicato.