A R T E

E' quello che si può considerare un “talento precoce”.


Baffi lunghi e sottili, ispirati a quelli del maestro del Seicento spagnolo Diego Velázquez, abiti di velluto dai colori sgargianti con ricami in oro: di certo quest'artista non ha mai brillato per discrezione, capace già con il suo aspetto di raccontare il suo immaginario onirico, ovattato, surreale.Ha percorso il Novecento quasi per intero seminando tracce indelebili che sono diventate icone del secolo “in bianco e nero”.Ha vissuto una vita intensa danzando in continuo equilibrio tra realtà e finzione, trasformando la sua esistenza in uno dei suoi mondi onirici, dove gli orologi si sciolgono al sole, i gatti volano e gli animali hanno zampe lunghissime e sottili, come i suoi baffi.