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Un blog creato da giulia_770.it il 15/01/2008

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Una mostra che non t'aspetti...

Post n°7285 pubblicato il 14 Agosto 2019 da simona_780car

L’antologica che il Palazzo Reale dedica a Ugo Nespolo (Mosso, Biella, 1941) ha due meriti. Rispettare la natura vulcanica e senza gerarchie prestabilite della sua opera, allestendo i lavori facendoli interagire e non musealizzandoli; e soprattutto riscattare l’autore dall’idea monotematica che si ha di lui. Certo, i suoi “intarsi pittorici” sono una parte caratterizzante della sua produzione. Ma, come si vede in mostra, sono molte altre le direzioni da lui percorse ‒ spesso più radicali di quanto si pensi normalmente parlando di Nespolo. Ciò risulta chiaro sin dalle prime sale, che presentano lavori del periodo identificabile come poverista. Dall’installazione Molotov (1968) ai morsetti di Triperuno (1967) fino alle due scritte chiodate “potere” e “violenza” (Power violence, 1968): variazioni sull’idea di scultura che simulano la familiarità dell’oggetto d’uso comune, per poi rivelarsi invece ambigue, spinose, sottilmente minacciose.

 
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