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Un blog creato da giulia_770.it il 15/01/2008

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Le storie di chi non ce l'ha fatta

Post n°7667 pubblicato il 11 Maggio 2020 da simona_780car

Ci sono quattro scenari che complessivamente narrano lo stato di crisi dei negozi milanesi chiusi da due mesi per l’emergenza sanitaria in corso. E tracciano i lineamenti futuri di una città più povera di attività, movimento, luci, vita. A chi faticava nel far quadrare i conti già prima, pandemia e lockdown hanno dato il colpo di grazia definitivo accelerandone la chiusura. Altri stanno maturando l’addio all’attività senza aver ricevuto ancora, a 60 giorni dallo stop, alcun sostegno economico. I grossi gruppi (moda, banche, telefonia) con più punti vendita in città dimezzano la loro presenza. Infine la maggioranza: «I negozi che riapriranno il 18 maggio, ma con i tempi di disdetta per l’affitto o le trattative per la cessione dell’attività scompariranno tra settembre e gennaio 2020», dice Gabriel Meghnagi, presidente delle vie associative di Confcommercio Milano. Scenario, quest’ultimo, che interesserà in particolare le aziende più piccole, 15 mila nella provincia, di cui si stima che il 25 per cento rischi la chiusura: circa 3.700 imprese.

... 

La città che ha ricominciato il 4 maggio, con l’avvio della «Fase 2», a riconquistare pezzetti di libertà, è ancora a saracinesche abbassate. E in molte vie, al momento su quelle più grandi e calpestate per gli acquisti, sono già scomparse alcune insegne e apparsi avvisi di fine attività o di affitto locali. In Corso Buenos Aires tanti big dimezzeranno la loro presenza: Upim riaprirà al civico 21, non al 35. Stesso discorso per H&M, che ha annunciato la chiusura di due punti vendita a Milano, dei sette che chiuderà in Italia. Questione di scelte: nella zona centro, l’azienda di abbigliamento svedese ha deciso di tenere in vita l’insegna in Duomo e di chiudere quella in via Torino; in Buenos Aires chiuderà il negozio «storico», il primo, ma meno importante come metratura. In piazza Lima, la catena di ristoranti Spizzico aveva chiuso prima dell’11 marzo: si era giunti a una trattativa, poi arenata con lo stop di tutte le attività non essenziali. Stessa situazione per il negozio di abbigliamento Skermo al civico 42 di Buenos Aires: chiusure precedenti al lockdown, a cui il lockdown ha impedito un ricollocamento. Al 39 rimarrà chiusa Rebecca gioielli. Così come il marchio di abbigliamento Desigual al 29 e Marina Militare al 14. Al 64, il corso saluterà presto anche Conbipel, che ha portato i libri in tribunale.

....Morale della favola, come si temeva, la crisi farà più vittime del virus.

 
Rispondi al commento:
simona_780car
simona_780car il 11/05/20 alle 21:24 via WEB
:) Enrico tu e tastoesplora state dicendo la stessa cosa...
 
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