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Vernice rossa e scritte con lo spray: "Razzista, stupratore"

Post n°7700 pubblicato il 14 Giugno 2020 da giulia_770.it

 Dopo la furia iconoclasta che si è abbattuta in America, cresce in Italia la polemica intorno alla statua di Indro Montanelli. Sono stati versati almeno quattro barattoli di vernice a ricoprire gran parte del monumento. Secondo voi può un errore "squalificare" la vita di una persona che la città di Milano ha voluto ricordare con una statua per la sua attività di giornalista?

Vi chiedo, di dire la vostra in maniera civile nel rispetto di tutti.

 
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LEGGETE CHI ERA il 14/06/20 alle 21:08 via WEB
Nel 1935, Montanelli fu volontario nella guerra coloniale di Eritrea voluta da Mussolini e durante il soggiorno africano comprò, letteralmente, dalla sua famiglia per 500 lire (o 350, il giornalista diede diverse ricostruzioni) una giovanissima “moglie” chiamata Destà – non vera consorte perché il contratto di cosiddetto madamato prevedeva una scadenza. La ragazzina aveva tra i 12 e i 14 anni, “un animalino docile”, nelle parole che oggi indignano usate da Montanelli in un’intervista televisiva del 1969. In un rapporto imposto e non certo paritario, la giovanissima fungeva essenzialmente da cameriera – portando la biancheria pulita ai combattenti – e da comprensibilmente riluttante compagna d’alcova. Poco dopo Montanelli tornò in Italia e un suo sottoposto gli chiese di poter sposare Destà. Lei ebbe un figlio e lo chiamò Indro. Si reincontrarono nel 1952, durante un viaggio in Etiopia del giornalista, che non spese mai parole di pentimento né di rammarico, ma raccontò più volte apertamente la vicenda, giustificandola con i tempi, le usanze e le circostanze.
 
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