poesie nell'angolo

Ora....


Ora, che scodinzoli nel tuo pianto, il sereno del cielo sembra un temporale quietato senza lampi, senza tuoni, senza l’odore umido che precede la pioggia e bagna i vestiti appesi al ramo spoglio del sole, quale frutto coglierai se la terra è arida come il tuo respiro e le crepe del ricordo ingurgitano il morbido brusio del bosco che sorride ai folletti danzanti.È la menzogna che ti rende fiera, l’apparire che ti rende debole, il dimostrare che ti rende inerme davanti a tanta semplicità, perché se ci provi è facile essere sinceri, davvero facile, come afferrare per mano la notte e trasformare tutto in un semplice sorriso, un gatto che si affaccia alla finestra, un cane che ti riporta il bastone, una luce che si addormenta all’improvviso, la trapezista leggera che volteggia nel buio. Ed io ignoro il tuo sublime essere, perché nel cerchio non sono mai nel mezzo e la mia santità si rifugia nell’anello che cinge il dito che indica una via d’uscita, emergenza a “spinta” spintonata in un gioco manesco che priva e non concede, come dietro alle sbarre di un carcere, un’ora d’aria, una passeggiata sulle ginocchia, una punizione che parte dal perdono, un santo che prega in silenzio e ospita disorientato tutti i peccati del mondo.