poesie nell'angolo

c'è...


C’è un sentiero che si sdraia nell’immenso precipizio della sera, luci e ombre parlano insieme e la lingua ingoia senza parole le sillabe che stillano acqua santa, che non ci pensa neanche a farsi redimere, perché l’essenza di ciò che cogliamo è sottile come un filo bavoso di seta, l’oro che sfavilla nelle cantine sorde delle nostre inquietudini è ciò che dobbiamo cercare, il fortunato ha sempre una sigaretta, anche se quella prima era l’ultima.Così in fila indiana avveleniamo le nostre frecce, pubblicità volano sulle nostre teste, robot che ci fanno da mangiare, sentimenti microfiltrati sulle pagine elettroniche del mondo…che dolce disfatta, il non saper più parlare bene, il non saper dormire bene, siamo le pillole che ingoiamo, i vestiti che non ci piacciono, le fragole che d’inverno diventano più rosse.Fuori stagione, fuori campo, fuori fuoco, Abemus Papa con contorno di bestemmie, talmente liberi che chiamiamo case le nostre regole, aria condizionata, a condizione che, firme che ci trafiggono meglio di chiodi  arrugginiti sul legno disarmonico della nostra croce, siamo il bue o l’asinello?E allora ti vorrei qua mia dolce Maria Maddalena a lavarmi i piedi e a concedermi una notte d’orgasmi, vorrei che i tuoi capelli divenissero manto reale, ermellino morto sulle mie spalle, occhi che insultano ogni visione, cuore che regge a stento, ore che passano e impartiscono lezioni di tempo, che non aspetto tempo nei minuti che tristemente sorseggiano secondi santi, mescendo nel mio bicchiere vuoto il vino sporco del tuo logoro riflettere.