Oltre l'orticello

Il Kebab


 Il sindaco di Verona, famoso per le delibere contro il consumo di panini per strada e di tutta una serie di divieti più o meno condivisibili, ha ripreso la sua azione di tutela del decoro della città. Con una delibera comunale ha infatti stabilito che non si potranno più aprire nuove attività artigianali e commerciali per la produzione e vendita di cibi etnici (kebab). Questo a tutela del patrimonio storico e architettonico del centro, ma anche della tradizione e della tipicità culturale del territorio veronese. http://www.ansa.it/veneto/notizie/2016/02/22/comune-verona-mette-stop-a-nuovi-kebab_ad89a50d-83f5-46ce-a130-f4a5bf11534d.html http://ufficiostampa.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=9561&id_com=18998 Magari ha fatto bene, ma mi chiedo: -         In questa terra di poeti, santi, navigatori,       liberali, libertari, liberisti e financo libertini, qual è il senso di libera concorrenza? -         I kebab incidono così pesantemente sul decoro della città? O proprio non si riesce ad uscire da questa nicchia culturale in cui ci stiamo sempre più rinchiudendo. Devo dire che non ho particolari interessi sui negozi di kebab e sulla loro diffusione; il kebab lo mangiavo con gusto quando ero in Arabia Saudita, ma qui credo di non averlo mai preso. Vorrà dire che, a tutela delle nostre tradizioni, mangeremo solo risotti al tastasal o all'amarone, pastissada de caval o de musso, polenta e osei e lesso con la pearà. Mai più cibi etnici. Però, il panino con la bondola (mortadella) sarà possibile mangiarlo o, avendo origini sotto il Po, dobbiamo essere considerati lui prodotto etnico e noi esterofili? E a quando la chiusura delle pizzerie? Comunque la pensiate, buon appetito. Gianni