fiori a primavera

da ISTANTANEE


Lidia Batton le chiome i glutei. Lidia saltella e correnel crepuscolo serale,unico compagno lo sciabordio del mare,che l’acque sue non muovee quasi stagno pare. Nuda nel corpoturgida nei senibraccia e gambe roteando al ventoarmoniosa avanzaquasi in lieve voloverso il buio immensoLidiasimile a puledra indomita e selvaggia.    Alba  Dorme stanottenella casa accantoAlba, donna occulta,che alla speranza ormai ha detto: addio. L’ha segnata il tempo.Il tempo l’ha distrutta. Giovane e bella,ricordo dell’infanzia,torna agli occhi miei. Più non curale belle sue fattezze,le chiome al ventole gote di velluto. Nella notte legge:al sonno poi s’arrendela finestra apertasulla notte scura. Alfin  riposa,televisore spento.Tutto intorno taceed Alba alfine ha pace.    Cuori di madri  Il cuore di una madreho visto in mezzo ai fiorid’un bimbo sulla tombanel vecchio camposanto. Foto  ridenti su curati avellidove le madri van cercando i figliormai lontani. Squallide pietresono a noi d’intornoove di madri più non batte un cuore. Solitaria gracchia solo una cornacchiain cima ad un cipressounica compagna a tutti i bimbi mortiche un cuor di madreche pulsi non han più.   Mariannina  Per i campi va la piccola Mariannacon due canestri enormi:raccoglie tra i rifiutila ricchezza:cianfrusaglie ed immondizie varie. A casa torna a seracarica di mille porcherie.Talvolta trova un fruttotalvolta un ossotal altra un barattolo di carnevuoto. Si nutre Marianninacome un canerandagio tra i dirupidi montagneassolate e in fiore. Ferma è il dì festivo:è giorno di riposo. Ma tutti gli altri giornicon pioggia o con la neveo al solleon di lugliogirovaga vedretela matta Mariannina,piccola e sbilenca,felice tra i rifiuticogliere dei fioritra pezze coloratevetri luccicantie cadenti muri.  Sasà  Sasà per tuttilo scemo è del paese,sempre vagante per le vie del borgotra diruti muridi tuguriabbandonati e muti. Parla con essiSasà lo smemorato,parla con Tuttoe nulla gli risponde. Sasà ha ragioneragione in quel che dicead animali e cosead uomini saccentiche sorridendo ammiccanoallo scemo del paese,che i comizi al palcodeclama a nulla e a tutti. Nessun lo contraddiceper non fargli tortoe Sasà gioiscequando le mani battono i bambini. Egli è felicedi tutti il più felicepur se per tuttilo scemo è del paese.