fiori a primavera

da ISTANTANEE


Natale  Col freddo e con la neveè nato il Bambinello. Il fratello muoretra l’odio della gentementre Cristo nascein ogni cuore. Cristo rinasce. Nasce nei desertinasce oltre i marima odio ci circondainsulso e vile. Cristo rinasce. Nasce nella stallama nell’uomo cresceorgoglio e presunzione. Cristo rinasce. Pur per l’indigenteche colpa non ha maidei propri guai.  Nebbia  Come voci al ventosale la nebbia in cieloe nella valle scendea ondate in primavera. Pioggia insistente e fittala nebbia poi diventatra l’ondeggiar di cannealla brezza della sera. Ondeggiano i gabbianinel vento e nella nebbiapunti neri in cielonella grigia sera. L’animo mio sopitoscruta di là dal murose un lume solitarioappare oltre la nebbia.    Nemica  Viso serenoè quello della morte.Portamento austerodi persona adultao passo svelto e allegrodi vergine fanciulla. Sorride a questo e a quelloe sorridendo abbraccia due bambiniteneri ancoranella prima età. Minaccia il vecchio,occhio truce e torvo.Talvolta lo ghermiscetal altra lo spaventapoi sorridendo passae abbraccia questo e quellogiovani ancornel pieno della vita. Amici lei non ha,lei non ha parenti.Unica e solanemica della vita.  Nevicata  La natura tacee gli alberi sonnecchiano:dalla finestra miroil manto bianco. D’uccelli neri stormisolcano la nebbiagrigia del brescianomattino di novembre. Sotto i bianchi tettile auto son fermein periferia sotto i rami verdivestiti di candorenel mattino freddodi novembre. E miro e son miratoper gli appannati vetridall’inquilinamia dirimpettaiache un saluto accennae sorridendo indical’immenso manto bianco.     Nonno  Ho detto ai figli miei:andate al cimiteroove il nonno aspettae veglia su di noi. Ditegli: nonno,quando le forzesono insufficientidacci una manoa spingere la ruota della vita. Non capiva moltoil nonnoquand’era tra i viventi. Ignorante ed analfabetanon conosceva Dantee un tale era Marconiche abitato avevadue strade un po’ più in làed era morto. Or che li ha incontratiun attimo è bastatoper apprender tutto:ottave, endecasillabi,tangenti e cotangenti,onde sonore e di gravità la forza,la filosofiae l’invenzion futurache tra mille anniqualcuno inventerà. Non capiva molto:ora è il più saccente.Se glielo chiederetevi aiuterà. D’animo è buonoil nonnoe nonno resteràper sempre.  Notturno  Sotto la luna fummonella nottein marein piena estatecome gli antichi grecia mangiar friselleinumidite in acquasenz’olio e senza sale. Immersi i corpiluminosi tuttidi plancton luccicanti nello splendor notturnotacito e silente. Noi eravamo,Antonio,amici non felici,ognun con la sua penache si sciogliea nell’acquanella nottelimpida e serena. Eravamo in duee cercavamo appoggiol’uno nell’altrocome sostegni di capanno al vento. Ci divise il tempoe il mare della vitae fummo ognunosu diversa barcaa rimembrar le nottisotto la luna e la brillante acqua.    Notturno campestre  Immenso mar mi fingotra le barche tanteall’orizzonte quando di lucila miriade scorgonella notturna nebbia la campagna mirandoe i monti scurievanescenti in cieloche non vedo. Riposo la naturae gli animali tuttihanno trovatonella notte nera. Unica bestia l’uomonella notte corresull’autostradarovente ed infinitache dove portie se finisca mai capirà.    Nubi  Dietro la gran muragliadi nubi minacciosenere del mattinobalza tra l’arenadel cerchio di montagneluminoso il sole. Leggero il soffiodell’estivo vento rende il cielo limpidoa mezzo luglio.