GIARIYA

L'esclave du harem

 

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Ballerina

Post n°24 pubblicato il 02 Ottobre 2011 da al_habibi

Gira su se stessa
la ballerina del carillon
musica lenta di tempi andati
ricordi di pelle bianca
e  labbra di  luna sensuale
alla curva del tuo collo

E   piu' in la
oltre la linea della spalla
il vestito svogliato
in un cerchio di scura seta
scopriva 
come opera d'arte
in evidenza mostrata
un candido seno
 
quella spallina caduta
con noncuranza esibita
catturava il mio sguardo
sul tuo viso il centro del mondo
occhi chiusi
rapita 
mentre lenta inseguivi
con i movimenti dell'antica danza
la tua fragranza di donna
 
Vestita di capelli di seta
eri Elena ,
eri Cerere
eri l'attesa
la donna sognata
la bellezza invidiata
il desiderio avverato
 
e tra noi ed il mondo al di la' dello specchio
il tuo vestito nero
drappeggiato
pudico
a celare il segreto 
di un incontro fugace
 
ondeggiavano i suoni
svanivano gli echi
nell'alone del tuo profumo
tra un ansito ed un sospiro
perduta nel canto arcano
provavi con unghie rosse
affilate
a cercarmi il cuore
mentre sul teso mio sesso
girava il tuo mondo
e tu con esso
 
un sussulto e ti fermasti sfinita
in un grido strozzato
a meta' del giro di danza
il tuo roco respiro
il dolce ansimare
mi incendiarono il cuore
sul mio petto striato di rosso
brillava  una goccia d'amore
 
Ma  la ballerina si e' fermata
la musica e' finita
un ultimo scatto inanimato
e la danza si e' conclusa
la' dove brillava nel cielo una stella
e' rimasta una finestra di buio

 
 
 

La collana

Post n°23 pubblicato il 01 Ottobre 2011 da al_habibi

 
Ho costruito una collana per te
un gioiello per adornare il tuo viso
su un filo di speranza ho inanellato le tue lacrime
piccoli cristalli di sale e dolore
scintillano tenui lontano dai tuoi occhi

su un velo di sogno ho raccolto le tue risa
minuscoli frammenti di cielo
si disperdono nell'aria delle mattine
quando il mio buongiorno ti coglie

due giri intorno a te, al  tuo viso
due giri continui di gioia e dolore
due giri continui di sogni e speranza
 
mi manca il fermaglio!

una minuscola goggia di piacere
la tua femminilità
rimasta sulle mie labbra
dopo una notte d'amore

 
 
 

La Falena e la luce

Post n°22 pubblicato il 30 Settembre 2011 da al_habibi

come un pianeta ruoto intorno a te
stella di fuoco che incenerisce chi s'avvicina
 
come una falena alla luce 
sono attirato inesorabilmente
ed arriverò a bruciarmi le ali
 
Tu sei il silenzio
io la voce che lo infrange
non esistiamo insieme
 
ma ora sono un aquila,
e tu un cielo azzurro,
mi alzo verso il sole
a possederti
a conquistarti
ti ho quasi raggiunta
e le forze mi mancano
 
affondo lentamente sconfitto
dentro l'orizzonte dei tuo occhi
il panorama cambia e mi confonde,
la dove c'era un muro adesso  è una siepe
la dove c'era una strada c'è un campo di grano
La dove c'era un pugno ora c'è una mano tesa
ad attendermi
a ricominciare
sara forse questo l'amore?
 

 
 
 

Vino

Post n°21 pubblicato il 29 Settembre 2011 da al_habibi

Se devo bere o voglio sbronzarmi, scelgo il vino bianco, è fresco, scende  allegramente, arriva al punto giusto, fa il suo dovere, mi regala il mio momento di onnipotenza in cui chiacchero alla pari con Dio, gli faccio presente i miei dubbi sulla sua opera, gli dico dove ha sbagliato, poi crollo sul letto e dormo fino al giorno dopo quando mi alzo come se nulla fosse stato.

Non capita sovente, ma a volte ci vuole, il vino bianco è un vino da solitudine, un vino per quando si vuole cancellare una sera, magari una sera che non ha il nome di una donna.

Il vino rosso invece non lo puoi bere da solo, non devi berlo da solo, se quella sera non ha il nome di una donna, non lasciarti incantare.

Perchè il vino rosso, già quando scende nel bicchiere porta pensieri sensuali, quel colore rubino, come sangue leggero che scende nella boule, lo vedi al rallentatore, velluto liquido che scorre sul fondo, tenta l'altro lato e ricade allargandosi in onde lente e placide.

Poi lo alzi alla luce, perchè non puoi non farlo, è più forte di te, il desiderio di vedere quel rosso, reso luminoso dalla fiamma di una candela, perchè sei stato così cretino che in una sera che non ha il nome di una donna, che non ha il nome di quella  donna, tu ti sei anche acceso una candela, per cacciare il buio, perchè una fiamma che tremola crea le ombre sulle pareti e non ti senti solo.


Non si ruota il polso, il movimento del braccio deve essere impercettibile, deve stare fermo dal gomito alle dita, ma è l'abilità del maestro che fa prendere vita al vino, lo fa ondeggiare lievemente in una piccola onda che percorre le pareti. Ed i filamenti che lascia dicono se il vino è buono.

Ed allora sei li, con il bicchiere in mano e lo guardi in trasparenza, guardi quel sangue versato, ne vedi i riflessi argentati, le sottili strisce che lascia sul bordo mentre lo fai ruotare leggermente e l'onda percorre i fianchi della boule e si muove come si muoveva lei tra le lenzuola , muovendosi con i movimenti lenti sinuosi mentre la pelle, la sua pelle, scorreva scivolava verso di te o distante da te.

Poi avvicini il bordo del bicchiere alle labbra.
Un bacio.
Si può baciare il vino? certo, ma non è più vino, sono le sue labbra che hanno quel color rubino, che hanno quella morbidezza, quel calore.

Il primo è un bacio casto, poche gocce, la sua essenza, la sua fragranza, lo lasci scendere dentro di te come il sacerdote farebbe scendere dentro di se l'eucarestia, con la stessa venerazione, con la stessa adorazione.

E' il tocco leggero delle sue labbra, in questa notte che non ha un nome di donna, ma che il vino ti sta portando li, ed è lei, nuda, calda, sensuale come te la ricordi

Ancora lo guardi, in trasparenza alla luce della fiamma che regala bagliori dorati, riflessi carminei, il colore suo più scuro è la bocca che si offre alla tua ed allora il secondo è un bacio violento, passionale, il suo sapore scende in profondità dentro di te, come la lingua ti senti frugare, senti avvolgere la tua, lo senti bruciare nella gola assetata mentre nuove fragranze, rose, terra, autunno si fanno strada prepotentemente dentro di te.

E' un'estasi dei sensi, ma finisce!
E la candela sul muro non ricalca il suo profilo, ma lei è lì, in qualche punto, da qualche parte ed allora lentamente prendi la bottiglia, e ripeti il rito, come un sacerdote antico che invochi gli dei.

Ed eccola nuovamente, che si offre, più calda ancora, sono le sue braccia che ti avvolgono,  la coppa rotonda è il suo seno da stringere nelal mano, da scaldare, il suo sapore da bere, la sua intimità da cercare sul fondo di quel bicchiere in una notte che non ha un nome di donna.

Poi... tutto finisce, come finiscono gli uomini, come finisce la vita, come finisce un amore, anche una bottiglia finisce, econ la testa tra le braccia mentre ancora le stringi il seno, piano piano le lacrime si sciolgono e finalmente, puoi dormire in quella notte che non avrà mai il nome di una donna.

 
 
 

Un'altra occasione

Post n°20 pubblicato il 27 Settembre 2011 da al_habibi

Di certo c'è che sono bravo a mandarti via, ma quando mi torni in mente ogni cosa parla di te.
Mi ha svegliato stamane la pioggia che batteva sul tetto, adesso abito in una casa con le travi a vista, come era la tua camera, il covo dei pirati.

Ho pensato ad un'altra pioggia che lavava le strade, e scacciava la gente e noi nell'ombra di un portone a far l'amore in piedi mentre l'ombrello cadeva e la pioggia ci inzuppava.

Sono stato sotto le coperte e mi mancava il calore della pelle di una donna, la tua pelle da accarezzare per svegliarti piano mentre entravo dentro di te, ricordi?
Ricordi la mia bocca che ti percorreva la schiena per sussurrarti all'orecchio che era pronto il caffè, quel caffè che poi dovevo rifare perchè non c'era tempo di fermarsi a berlo e dventava freddo nella tazzina.

Stamattina mi mancava la tua pelle, il profumo dei tuoi capelli, quella dolcezza così meravigliosamente tua e che scompariva poi quando eravamo lontani fino ad insultarci ferocemente e perderci.

Stamattina mi mancavi tu per ascoltare la musica delle gocce sul tetto, per immaginare il mondo fuori che si avviava frettolosamente verso il giorno mentre il nostro mondo era in quel letto, quelle lenzuola, quel prenderci con dolcezza, violenza,  passione insaziabili ed ingordi.

Poi un commento mi ha fatto tornare in mente le nostre docce, non il dopo aver fatto l'amore, ma un durante che durava sempre, anche quando l'acqua inzuppava i tuoi capelli, e le mani e le bocche non erano mai sazie, quel far l'amore che durava mentre cucinavamo, al supermercato, quell'urgenza che ci prendeva e ci faceva fermare l'auto nel parcheggio del cimitero per cercarci ancora

Avremmo mai potuto costruire qualcosa? Se ci fossimo incontrati prima avremmo potuto avere una storia insieme?
Per me era possibile anche dopo, non lo era per te che ti sentivi bruciata , marchiata da una storia sbagliata e non hai capito che quella meraviglia che eravamo insieme andava oltre ogni sbaglio, ogni umiliazione, noi eravamo i sacerdoti di una religione antica, misteriosa come la vita, eravamo l'unione del maschile e del femminile quel legame profondo e indissolubile che dio ha voluto all'origine delle cose.
Era un'occasione che la vita aveva dato a due persone e non l'abbiamo colta.

Te lo scrivo qui , ti dico qual è la mia paura, ti scrivo qui dove so che non leggerai mai...
Non so se la vita ci darà un'altra occasione.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: al_habibi
Data di creazione: 20/01/2011
 

DISCLAIMER

Tutto ciò che compare su queste pagine, testi e poesie sono di mia esclusiva proprietà, se qualcuno/a volesse prenderlo in prestito è pregato/a di farmelo sapere, di solito non sono geloso delle mie cose

 

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