Non toccatemi le ali

dopo alcuni anni riprendo a scrivere con ....."l'ultima cicogna "


 Personaggi del romanzoAppenaNato : l’ultima cicognaMattie : bambino soldatoChanecia ( Boccuccia di albicocca) Kukua ( Latterina ) cicogne anzianeSheba ( ticche tacche )Dericia ( augh) cicogneDaki ( Cascò ) : nonno cicognaMarville – Triangolina : cicogneMoccichino : cicognino della scuola maternaGracea Dieu - Gyasi : soldati bambinoMamma di MattieSilko – Eshe Mariama Pamoja : amici di AppenaNatoManu e Viky : nipotini di AppenaNato     Avevo da poco aperto il vecchio armadio con ancora intatto lo specchio dove una notte mi eraapparso il diavolo (solo dopo molti anni seppi che il diavolo riflesso era il volto di un fratello più grande) per trovarmi tra le mani la scatola delle scarpe con ancora la fessura centrale usata per raccogliere fondi per il “Batiston “.La scatola sbucava d’improvviso seminascosta dai pantaloni alla zuava e sopra vecchi maglioni (che usavamo più fratelli) tenuti in ordine e conservati da una buona dose di naftalina.Dentro : la fionda disarmata con ancora gli elastici tagliati da una camera d’aria della vecchia bicicletta e la pezza di cuoio che li univa e che era l’abitacolo dove inserivo il mio sasso…e poi biglie…figurine…il tappino con la foto oramai sbiadita di Bartali…e poi la cerbottana di ottone con innescato un piffero…e Tex Willer sempre in lotta con i cinesi…Solo lei poteva custodire questi chicchi della mia infanzia !Poi in fondo alla scatola mi apparve una busta : “per il piccolo giancarlo“ (sapeva che sarei rimasto sempre un bambino) e proprio attaccato alla parete della scatola due ali di uccello, due ali ancora bianche e candide !E’ una lettera che mi aveva scritto nei suoi ultimi giorni od era lì da tanto tempo ?Solo aprendola potevo avere una risposta.Pochi attimi ed un foglio appena ingiallito usciva dalla busta.Una sola frase “se guardi sempre il cielo finirai per avere le ali“Era proprio la sua calligrafia con quella “a” con il ciuffetto che imitavo molto bene quando forcavo a scuola .Ma non era finita.Passata l’emozione di quei momenti notai a fianco di Tex Willer un libricino dal titolo : giochi…giochi maligni …giochi fantastici.Cosa voleva significare l’unica frase della lettera e poi le ali ed ancora quel libricino mai visto in vita mia?Non mi restava che lasciare l’abitazione oramai vuota con sottobraccio la mia scatola dei ricordi .A casa la prima cosa che feci fu quella di aprire il libricino dei giochi.Il piccolo volume era diviso in tre parti ed in ognuna venivano spiegati ed illustrati diversi giochi.Così nella prima parte trovai tanti dei giochi che facevo assieme ai miei compagni quando ero piccolo quali il “cin cin stradale“ , “il panpano“(più le femminucce ) e poi “palla prigioniera“ ed ancora “guardia e ladri“ e tanti altri.Questi erano catalogati semplicemente come giochi.Quasi al centro del libricino venivano spiegati ed illustrati alcuni giochi maligni che noi bambini facevano e che solo da adulti si è capito la crudeltà.E’ così che sono passati davanti a me ricordi di giochi non propriamente definiti tali.Spesso protagonisti erano le “lesue“ (le piccole delle lucertole) che venivano catturate con dei lunghi steli di avena con sulla punta un nodo a cappio che serviva per stringere il piccolo collo.Una volta prese veniva inserito in bocca del tabacco che le stordiva.A questo punto in strada si facevano gare , con in palio dei scappellotti , con tutte le “lesue” prese.Spesso si finiva con le povere bestiole a penzolare con la testa all’ingiù da un ramo di un albero.In un’altra pagina di questo capitolo dei giochi maligni si vedeva un “bolaco” (in genere un barattolo aperto di marmellata o di conserva) pieno di nostri escrementi (cacca e pipì) che stava appoggiato ad una porta di un appartamento (sempre delle case popolari).Era questo un gioco crudele per chi lo subiva e pericoloso per noi che lo facevamo.Si appoggiava il “bolaco“ ben carico (e profumato) di costa ad una porta di un appartamento che avevamo precedentemente individuato,si suonava e via di corsa per le scale sperando di non incontrare nessuno durante la nostra fuga.Chi apriva aveva la bella sorpresa di vedersi allagare l’ingresso di casa di….Mentre si scendeva a precipizio dagli interminabili gradini venivamo accompagnati da esclamazioni di ogni genere : “ figli di ….” “ se vi becco …” “so chi siete …”Quest’ultima esclamazione mentre scendevamo a precipizio ci raggelava il sangue ma era sempre andata bene (almeno a me).Ricordi…vecchi ruffiani ricordi ….Per ultimo non mi rimaneva di vedere la terza voce : gioco fantastico.In questa parte veniva presentato un solo gioco .Nella prima pagina si vedevano proprio le due ali che avevo trovato nella scatola dei ricordi.A differenza degli altri era un gioco che potevano fare tutti.La prima cosa che mi colpì era che in questo gioco fantastico si usavano solo gli occhi , sì solo gli occhi ! (non i piedi o le mani o la testa)Occhi e luce erano gli ingredienti fondamentali per poter giocare.Girai la pagina e d’improvviso mi apparve di nuovo la sua “a” con il ciuffetto.Un foglio dove le sue parole erano impresse sopra nuvole, chicchi di azzurro del cielo, gabbiani, la luna, gocce di pioggia, scaglie d’arcobaleno…e poi le sue due ali !Ecco cosa scriveva la mamma :“sei pronto ? ed allora cominciamo a giocare.Il pallone che devi colpire è la luce…sì la luce .Non la luce di casa del neon,non la luce dell’ufficio o del lampione ma la luce del cielo…sì la luce del cielo!Poco a poco, giorno dopo giorno, mese dopo mese guardando in alto verso il cielo vedrai che comincerai a sentirti addosso le ali.Sì le ali come gli uccelli…i tuoi occhi si saranno talmente abituati a tutti i colori del cielo che potranno catturare altri colori…Questo è il gioco più semplice del mondo : guardare il cielo !Se ci metti entusiasmo e la voglia matta di riuscire potrai anche tu un giorno metterti le ali.“Ecco cosa voleva dirmi la mamma nella sua lettera …voleva invitarmi a questo gioco fantastico …le ali erano lì per essere provate .La sua frase mi entrò in quel momento come ulteriore voce di dentro : “se guarderai sempre il cielo finirai per avere le ali “Deposi il libricino dentro la scatola lasciando fuori solo le due ali di uccello.Non potevo deluderla, non potevo non tentare un gioco che aveva preparato proprio per me.Così cominciai subito ad allenarmi.Inizialmente, pur mettendo entusiasmo e voglia di riuscire, non vedevo alcun risultato .Mi pareva di non essere portato, insomma ero un imbranato.Ma la mia fortuna, come sempre accade a chi crede fortemente nelle cose che vuole ottenere, fu proprio quella di non mollare.Dapprima ho cominciato a fare mio un colore e con esso una sensazione nuova .La nuvola che sbucava d’improvviso dietro la collina,la goccia di pioggia che giocava nel cielo e l’amaranto del sole che se ne andava a nanna erano alcuni colori dell’aperto che mi affascinavano.Guardare il cielo era diventato un gioco divertente che mi dava emozione e senza alcun costo.Bastavano la mia volontà ed i miei occhi.Accadeva che quando al mattino aprivo la finestra della camera invece di guardare in strada rivolgevo la mia attenzione al cielo davanti e sopra di me.Colori sempre diversi affascinavano i miei occhi : l’azzurro…il bianco…il cioccolato…e poi ali ed ancora ali : il gabbiano …la rondine…la colomba…In ufficio spesso bucavo con gli occhi la finestra per guardare verso l’alto ed al computer cominciavo ad aprile file con le ali !Ogni volta scoprivo nuovi colori, ogni volta sentivo qualcosa che entrava dentro di me.“se guarderai sempre il cielo finirai per avere le ali““Ma quando arrivano“ – mi chiedevo “ma che gioco è questo“Non mi interessava quale tipo di ali avrei messo…volevo volare !Poi un giorno mentre in cortile partecipavo ad una discussione condominiale mi parve di sentire una voce dietro di me.Mi girai e sopra una catasta di legna stavano due ali. Due grosse ali di un bianco che più bianco non si poteva vedere.Era uno scherzo,non poteva essere vero, qualcuno si era accorto del mio gioco e voleva divertirsi !Mi avvicinai alle ali con il cuore che batteva forte.Erano…erano proprio due ali ! e com’erano grandi !Mi guardai attorno. I bisticci continuavano e nessuno mi guardava.Non potevo non provarle…non potevo non indossarle…volevo volare !Mentre le attaccavo alle spalle sentivo addosso la pelle d’oca tanta era l’emozione.Che piume ! di un bianco candido e con due strisce nere in fondo ad ogni ala.Forse iniziava il gioco più fantastico che avessi mai fatto.La magia si stava impadronendo del mio corpo.Il naso a poco a poco si allungava e cambiava colore.Ed allora non mi restava che tentare di alzarmi con addosso questo magnifico piumaggio e vedere se volavo.Un piccolo salto : niente…“forse mi sono dato poco slancio“…ancora niente…“è solo un sogno“Ero abbattuto.Istintivamente chiusi gli occhi.Era l’ingrediente che mancava.“cosa succede…non può essere…non può essere vero…volo…volo….volooooo “Vedevo in basso i miei vicini che mi cercavano dentro e fuori del cortile e dall’emozione non riuscivo a chiamarli.Le ali mi portavano sempre più in alto…lassù…Solo in quei momento mi accorsi di essere diventato una cicogna.Mi sentivo alto e slanciato e con due ali che dovevano superare il metro.Le piume erano uno spettacolo da vedersi : bianche e vellutate che mi pareva di indossare un abito da sera.Ero emozionato …troppo emozionato…I primi attimi di volo ebbi paura di cadere, facevo fatica a tenere equilibrate le grandi ali e certamente se passava un vigile celeste mi avrebbe fermato in quanto parevo un uccello che aveva un po’ bevuto.Sentivo le ali pesanti e non ancora bene attaccate alle spalle. Ero in rodaggio.Passai accanto a due gabbiani che si sussurrarono divertiti “si vede che sta imparando“Ma era troppo bello per non mettere il massimo impegno.E’ così che zizagando superai la prima collina.Oramai dietro di me le case della città erano puntini neri che sparivano dal cielo.Sempre più in alto !La felicità superava tutta la fatica…è così che con un po’ di paura mi avventurai dentro un gruppetto di nuvole. Pareva di muovermi in un ambiente vellutato.Mano a mano che entravo nel corpo nuvoloso cominciavo a sentire le prime gocce di pioggia.Dapprima una sensazione di sollievo per il gran caldo poi invece…