GIFRA Ponticelli

Post N° 14


Le ideeConosco la storia di un ragazzo. Certe volte può sembrare banale conoscere una storia: "Ne conosciamo a milioni! Cosa vuoi che sia la tua!" Forse nel vostro modo di pensare è vero, ma nel mio, so che anche se conoscessi tutte le storie del mondo non sarei mai soddisfatto.Ma questo è un altro discorso.Oggi ti parlerò di un ragazzo che a quindici anni aveva pensato di aver capito il mondo; aveva trovato l'Amore, quello vero, quello che, scorrendo nelle vene dell'anima, dà vita e senso a tutta la tua storia, quello che ti fa dimenticare il male, il buio, il rancore del passato, e che ti lancia in un futuro che non conosci, ma che trovi ogni giorno più meraviglioso che mai (concedetemi l'errore grammaticale). Lui l'aveva trovato, lo sentiva dentro, ma non l'aveva capito.Era il dono che Qualcuno di più grande gli aveva fatto, ma il ragazzo ne ignorava la fisionomia.Cominciò a passeggiare fuori dal mondo come se niente più gl'interessasse.Cominciò ad accorgersi che tutti gli uomini, a differenza sua, sembrano vittime e non artefici del loro domani. Si accorgeva che non facevano altro che riversargli addosso tonnellate di nero che ormai non capiva più. Si era dimenticato di ciò che era stato e di ciò che, in fondo, ancora era: un uomo come gli altri. Si sentiva sempre più un eletto, e lo era, perché la Grazia lo aveva toccato, ma non sentiva pulsante nelle vene quel desiderio di rendere eletti anche altri, di colorare con l'arcobaleno il volto di qualcuno, fosse stato anche uno solo, di ridare speranza all'umanità. D'altronde, si accorgeva che quest'amore che si portava dentro, era talmente più grande di lui, che stava stretto come ci starebbe un elefante in una cinquecento. Forse aveva fatto del bene a qualcuno senza saperlo, in un attimo in cui un barlume di quella grandezza era riuscito a scappare.Ma quello è un Amore che, se non si distribuisce, finisce col diminuire.Cominciò a ricercarlo con sempre maggiore avidità, cominciò, come dice Jovanotti in una sua canzone, a "rincorrere il secondo in cui, ti sembra di aver capito il mondo".E cominciò col cercarlo in un idea politica. Si stupiva di come il comunismo fosse così in antitesi con la Chiesa, si sentiva un "catto-comunista" vecchia maniera, si entusiasmava a sentire i vuoti discorsi della sinistra italiana, sempre buona a distruggere e mai a costruire, si sentiva pieno di entusiasmo marciando per la pace al fianco di gente che porta la kefia (non ho idea di come si scriva) dei terroristi, si sentiva terribilmente invogliato ad odiare gli americani e quel Silvio di cui tanto parlano i giornali, ed a questo punto si fermò.Si era ritrovato ad odiare. Nella sua ricerca disperata dell'Amore, aveva trovato l'odio. Per essere coerente con un'idea, molto probabilmente solo una fantasia nella sua testa, aveva cominciato ad odiare. Allora cominciò a chiedersi: perché ho ricercato  il senso della vita in un ideale? Poteva il fine ultimo della vita essere un'ideale che distrugge, che è ambiguo, che odia? Che senso avrebbe una vita del genere?Forse il ragazzo comincia, oggi, a capire quale sia il vero senso, ma non voglio parlarti di questo.Voglio parlarti delle idee, quelle che molto spesso ci cuciamo addosso perché coperte dal buonismo, dalle bende che spesso la storia e la politica ci mettono sugli occhi, dalla distorta visione che la gente che le propone ha della vita, dalle abitudini, dal semplicismo, dall'arrivismo, dalla voglia di cambiare il mondo senza neanche sapere cosa sia. Il mio non è un saggio d'opinione, non sono venuto a dirti cosa devi o non devi fare, non sono venuto a dirti come andrà a finire, sono venuto a dirti come comincerà per me: imparerò dalla storia del ragazzo che il mondo è concreto, non fatto d'ideali; imparerò che, a scapito del fascino che suscitano nell'animo umano le cose astratte, è meglio essere pragmatici; imparerò ad avere fiducia negli uomini che, se non sono eletti, lo possono diventare; imparerò che l'Amore vero è quello che costa fatica, quello che se tu metti dieci mattoni arriva qualcuno che te ne porterà via nove; imparerò che l'Amore vero è quello che va in fondo nella ricerca del vero senso delle cose; imparerò che l'Amore è quello che si dona completamente, ma non per buonismo o per "elemosina", ma perché c'è la consapevolezza che, altrimenti, l'Amore non circola nelle vene del mondo. Come vorrei che tu mi ascoltassi! Non è arroganza la mia ma so che, se tu mi ascoltassi, potrei farti conoscere chi mi ha rivelato tali cose. Un uomo che oggi è considerato un fallito. Un rivoluzionario, un ardito, un sovversivo, l'uomo che ha inventato la coerenza. Non ti dirò il suo nome. Te lo dirò a tempo debito, cosicché tu non sprechi l'occasione di conoscerlo a causa della sua non-conoscenza.Voglio lasciarti con un ultimo messaggio, per invitarti ancora a meditare sulla fallacia delle idee.L'altra sera mi ritrovai a parlare con un ragazzo della sinistra giovanile (la sezione giovane dei democratici di sinistra) della Palestina. Non sto qui a dirti niente a proposito dell'argomento perché sarebbe irrilevante. Ti lascerò questo scambio di battute:- Ho capito che le idee servono a poco.- Senza le idee non potremmo vivere.- Ma ricordati che non è l'uomo che deve servire le idee, sono le idee che servono l'uomo.Con questo scambio d'opinioni ti lascio con la speranza che le idee non ti offuschino la mente come hanno fatto con quel ragazzo e che tu non te le cucia addosso senza che abbiano uno scopo diverso dall'edonismo. Ricordati di vivere pensando e non di esistere pensando di vivere.Genn