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Sughi espone al Vittoriano


In "Addio alla casa rossa" (1992) e "L'uomo con la valigia" (1992, nella foto gigiflash) Sughi non allude semplicemente alla fine di una ideologia e a un disorientamento di chi in questa ideologia ha creduto, ma fin dai titoli si pone una domanda angosciante: io pittore dove andro' ora, dopo tutta una vita spesa credendo in una interpretazione del mondo? In "addio alla casa rossa" il rosso del sistema viene come invaso da un verde certo naturalistico, ma che vuol anche significare dissoluzione del colore di un mito. E nel trittico "La famiglia" (1981) dove c'e' l'evocazione di una perduta giovinezza, la contrapposizione fra il tempo di chi vive e l'ossessione del pendolo, come non vedere anche l'inesorabilita' della storia che si e' compiuta con la Caduta del Muro. In "Autoritratto tra la pendola e il letto" (1942) del pittore norvegese Munch piu' esplicito e' il richiamo alla morte. Il grande artista cesenate ne e' stato ispirato di sicuro.Luigi GaudenziAlberto SughiRoma, Museo Vittoriano,via San Pietro in Carcerefino al 23 settembre