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LOCKERBIE: SCOZIA, ATTENTATORE AL-MEGRAHI RILASCIATO

Post n°565 pubblicato il 20 Agosto 2009 da Gigiatwork
 

da www.ansa.it

LONDRA - Alle 15.30, ora di Londra, è salito, vestito con una tuta bianca e aiutandosi con un bastone, sull'aereo della Afriqiyah Airways che lo ha riportato da Glasgow in Libia. Abdelbaset Al-Megrahi, agente libico condannato all'ergastolo per la strage di Lockerbie (270 morti nell'esplosione di un aereo Pan Am il 21 dicembre 1988), è stato rimesso in libertà per ragioni umanitarie dal ministro della Giustizia scozzese. Secondo i medici Al-Megrahi, l'unica persona condannata per quel massacro, ha meno di tre mesi da vivere, corroso da un tumore incurabile. "Va a casa a morire", ha detto più volte il ministro. Una liberazione decisa dalle autorità nazionali scozzesi contro il parere della gran maggioranza dei familiari delle vittime e del governo americano, che fino all'ultimo ha fatto pressioni contro la scarcerazione e affinché Al-Megrahi scontasse la sua condanna in Scozia, com'era stato sempre assicurato. L'ex agente libico, 57 anni, era stato condannato all'ergastolo nel 2001 durante un processo in Olanda, ma con una corte scozzese.

La Casa Bianca si è detta "profondamente dispiaciuta" della decisione. Nel massacro nei cieli del piccolo villaggio scozzese perirono 189 cittadini americani. Il ministro della Giustizia scozzese Kenny MacAskill, in un lungo intervento prima di comunicare la sua decisione, ha spiegato di comprendere le ragioni di chi è contrario e di essersi a lungo consultato con le parti in causa. Ha anche ricordato la contrarietà della Scozia al recente accordo per il trasferimento di prigionieri siglato dal Regno Unito e la Libia. Ma, ha sottolineato, "é stato condannato da un'autorità più alta... egli morirà". Poco dopo l'annuncio, Al-Megrahi ha lasciato il carcere di Greenock a Glasgow, e ha raggiunto l'aereo che era pronto a riportarlo in patria. MacAskill ha più volte ribadito che l'uomo è stato condannato, e che quella condanna resta valida, ma ha ricordato che, accanto alla fermezza, gli scozzesi sono sempre animati da un senso di umanità: "Al-Megrahi non ha mostrato alcuna compassione per le sue vittime. A loro non è stato consentito tornare alle proprie famiglie. Lui non ha mostrato alcuna compassione per loro. Ma ciò non basta a noi per negare pietà a lui e alla sua famiglia nei suoi ultimi giorni".

"Il nostro sistema giudiziario, chiede che una sentenza sia imposta, ma che sia possibile anche la compassione. Solo questo, e nient'altro, ispira la mia decisione", ha spiegato, citando il parere senza incertezze dei medici carcerari per il quale al condannato resta poco da vivere. La partenza di Al-Megrahi chiude un capitolo della vicenda Lockerbie, una strage sulla quale molti pensano ci sia ancora da fare luce.

Ma non chiude certo le polemiche. "Disgusto" è stato espresso da molte famiglie di vittime negli Usa. E dietro l'accordo con la Libia per lo scambio di prigionieri, dice il Daily Mail, ci sarebbero i ricchi contratti petroliferi di aziende britanniche come la Bp in Libia; l'accordo, secondo il tabloid conservatore, sarebbe stato delineato dall'ex premier Tony Blair in colloqui occorsi due anni fa con il leader libico Muammar Gheddafi. Il processo, cui si arrivò dopo un lungo braccio di ferro tra Libia, Usa e GB, ha stabilito che a Francoforte Al-Megrahi, all'epoca ufficialmente capo della sicurezza delle aerolinee libiche, organizzò il trasferimento della bomba da un aereo di Air Malta a un volo per Londra. L'ordigno passò poi sul volo Pan Am 103, diretto negli Usa. Alle 19.02 Gmt l'aereo esplose. Morirono tutte le persone a bordo, più 11 residenti del villaggio di Lockerbie.

 
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