Di me....

PER ME


E’ passato tanto tempo.Da allora.Dopo Ibiza.Tutto ciò che questa surreale ma bellissima esperienza mi ha lasciato vive dentro e fuori di me.Si dice che tutti i rumori che ci circondano fanno molto meno fragore di noi stessi, perché, alla fine della fiera, il vero rumore è l'eco che le cose producono in noi.Niente di più vero.Dopo Ibiza, tutto mi è apparso relativo.Tante volte ho pensato che, dopo avere vissuto un’esperienza come la mia, avrei voluto scrivere un libro. Perché tutto ciò che mi è capitato avesse un senso. Per le amicizie che ho trovato, le quali durano ancora adesso, a distanza di anni. Per gli amori, per le gioie e le sconfitte, per i momenti di felicità e per quelli di sconforto. Per le spiagge della mia isola, dove tante volte mi sono seduta ed ho chiesto al mare di darmi delle risposte. Penso spesso a quel cielo terso e puro, al mare azzurro e luccicante, che, non smetterà mai di fare parte di me, perché mi è entrato dentro, nel cuore, fin dal primo momento in cui ho messo piede su quella terra. Quei colori, quei profumi e quella magia mi accompagneranno finchè avrò vita. Rifarei tutto, da cima a fondo. E non perché la vita vada vissuta “al massimo”, ma semplicemente perché, al di là della confusione e degli errori di quegli anni, serbo degli splendidi ricordi.Nella vita non si finisce mai di imparare, dicono i saggi.Dopo Ibiza io stessa sono molto cambiata.Penso che esista una immagine di me prima e dopo l’esperienza vissuta sulla mia isola, come se si fosse aperto un crepaccio che spezza in due parti un terreno. Per lungo tempo mi sono sentita “divisa” dentro, confusa e disorientata. Perchè tutto muta e noi stessi non siamo più quelli di prima. La gente “normale” pensa che si debba frequentare la scuola superiore, successivamente l'università ed infine trovare un lavoro stabile per tutta la vita.Tante volte mi sono chiesta se nei loro cuori queste persone “normali” non avessero mai provato un senso di irrequietezza, che li portasse a chiedersi se fossero o meno felici di quella loro esistenza. Al liceo ero un’allieva modello, mi sono laureata a ventitre anni e mezzo a pieni voti. Ho sempre lavorato e sono sempre stata apprezzata per la mia precisione, la mia volontà, la mia affidabilità.Ma non sono mai stata completamente felice o soddisfatta di ciò che facevo. Lo facevo perché era giusto per mamma, papà e per la mia famiglia. E perché se si decide di portare a termine una missione, lo si deve fare nel migliore dei modi possibili. Mettendoci tutto l'amore e la VOGLIA che si può.Dopo la mia avventura, ho acquisito una maggiore consapevolezza della mia forza interiore, ma, come spesso accade, più si è coscienti dei propri pregi e dei propri difetti, più si diventa vulnerabili.Proprio come Socrate, che tanto più studiava, sapeva e conosceva, quanto più si sentiva un uomo impreparato. Quando si ignora qualcosa ci si sente più forti, perché appunto, non si conosce realmente cosa c’è oltre.Solo colui che non conosce le cose è convinto di poterle dominare.Dopo Ibiza ho scoperto cosa sia davvero la libertà, avendola toccata con mano.Una libertà estrema, totale, grazie alla quale ho capito perché bisogna avere dei limiti e perché è un bene sapere riconoscere quando ci vuole un limite, in qualsiasi cosa.Dopo Ibiza ho capito cosa significhi sentirsi appagati, anche nelle piccole cose, come una nuotata liberatoria, una corsa sulla spiaggia, una serata a casa insieme ai propri coinquilini a parlare e ridere della vita.C’è qualcosa che non scorderò mai di Ibiza: lo stato d’animo che mi pervadeva. Il fatto che ogni mattina mi alzassi dal letto con la gioia nel cuore, pensando alle cose belle che mi sarebbero potute accadere. E non mi bastava mai. Dopo Ibiza anche il mio atteggiamento verso l’amore è cambiato. Dopo Ibiza, ovvero dopo il mio amore piu' grande, e più lungo. Dopo di lui. Dopo di lui tutto mi è apparso così relativo e così poco importante; dopo di lui non sono più stata capace di dare un giusto peso alle mie esperienze amorose. Ho perso quella che viene chiamata educazione sentimentale.Dopo Ibiza mi è capitato di innamorarmi (o credere di esserlo)di persone che non corrispondevano il mio sentimento, anzi, peggio, lo usavano. Perché dire “no” ad una ragazza carina? Forse meglio farle sembrare di provare amore per lei, anziché non averla del tutto. Ma, come non mai, ho anche saputo e voluto "usare" a mio vantaggio, a mia volta, tutti questi surrogati di amore. Dopo Ibiza ho preso coscienza della vera fine della mia adolescenza.Durante la mia adolescenza era infatti tutto diverso. Era normale che mi innamorassi costantemente di qualcuno. La mia vita era una continua ricerca di amore, che, bene o male, riuscivo sempre ad accalappiarmi. Ma, forse, mi credevo vittoriosa solo perché ancora troppo “ignorante” in materia.Se incontravo un ragazzo era scontato che ci sarebbe stata una storia. Bella, tormentata, viva. Ma comunque una storia.Forse una ragazza, solo per il fatto che è un po' carina e simpatica, e magari non proprio stupida, si sente "meritevole" di avere delle storie d'amore. Si domanda come mai i ragazzi non si possano innamorare sempre e comunque di lei.No.Dopo Ibiza, a me è capitato di pensare a tutto ciò.Su di me, sull’amore sulla vita.Soprattutto sull’amore e sui suoi sfaccettati significati.Amore come passione totale, come “donare”, come costruire, come comprensione della vita.E, alla fine, non trovando nessuno che, secondo il mio modesto parere, fosse in grado di volere costruire qualcosa di importante con me, è stato molto più facile e quasi automatico adeguarmi alla superficialità delle persone che mi trovavo davanti, anzichè soffrire perché esse non riuscivano, non solo ad amarmi e a farsi amare da me, ma neppure a comprendermi.Ho capito solo dopo che spesso la mia semplicità sconcertava le persone.Il mio essere sempre e completamente spontanea faceva scappare chi mi stava di fronte. Perchè è piu' facile portare delle maschere che essere sempre e comunque se stessi, a qualsiasi prezzo.Spesso, molto di più di quanto fossi disposta ad accettare, mi sono trovata davanti dei muri, su cui gettare la mia indifferenza. Mi sono sentita costantemente sotto esame, ma senza avere però l’opportunità di venire interrogata. Un po’ come quando si sogna di volere urlare, ma la voce stranamente non esce dalla propria gola neppure sforzandosi.Come se l'amore che volevo dare non valesse nulla, perchè, tanto, nessuno me lo aveva chiesto.Cosa significa voler dare amore e non trovare nessuno che lo voglia?Avere davanti una torta buonissima ed essere diabetici.Avere davanti la più bella delle creature ed essere ciechi.Quando si dà amore ma esso non viene capito o a apprezzato, si perde inevitabilmente un pezzo di sè.Non serve arrovellarsi, non serve chiedersi il perché, ma io l'ho fatto.In certi attimi mi sono domandata se fossi davvero stata io quella sbagliata, Non mi sono data pace.Sono giunta anche a credere di non essere più meritevole, e senza capirne il perchè, di nessun tipo di amore.Ma, alla fine ho capito che non me ne importa niente.Ho capito di non avere perso nulla, bensì, di essere giunta ad un nuovo inizio.Un nuovo inizio di me.Mai darsi per vinti, cogliere il lato positivo degli avvenimenti dell'esistenza, andare avanti.Non smetterò né di lottare, né di sperare. Di una cosa sono certa: ogni giorno che passa, è un giorno in meno verso il raggiungimento del mio traguardo.Penso di avere ancora un lungo e complesso cammino da percorrere e, sento, che non sarò da sola lungo quella via.Alla fine, se ci si pensa bene, da che mondo è mondo, non è mai esistita notte tanto lunga da impedire al sole di sorgere.