jador3

Post N° 13


L'ATTRAZIONEVedete quell'uomo lì, quell'uomo dalle mani di lacrime, seduto davanti alla finestra, intento a guardare le rondini? Quell'uomo, signori miei, è demente. E' andato. Osservate bene il suo sguardo: segue le rondini fino a quando queste non s'immergono tra il bianco delle nuvole della sua ferita immaginazione. Ammirare il volo degli uccelli è diventato ormai il suo unico modo per trascorrere il tempo, anche se lui non lo sa di trascorrere del tempo.Il suo padrone di casa gli si avvicina spesso per portargli da mangiare, per leggergli lo sguardo perso, tentando di capire qualche suo bisogno, desiderio, invocazione. Fa cenno ai suoi ospiti che la sua vita è quasi ormai totalmente dedicata alle cure di quel povero mentecatto."Perchè è matto?", gli chiedono sempre.Si dice che pensasse troppo, che si tormentasse fino a darsi pugni in testa. Si dice che un giorno i pensieri e i tormenti nel cervello di quell'uomo siano letteralmente esplosi, corrodendogli pian piano le pareti del cranio. Ormai nella sua mente vegetano miliardi di frammenti di miliardi di pensieri. Non apre quasi mai bocca, e quando gli capita di farlo, non riesce a mettere insieme delle parole che abbiano un senso. Spesso tramuta in voce frammenti di pensieri.............ma non pensa.Quell'uomo non pensa. Quel demente non pensa più.Il padrone di casa dice che il matto scriveva racconti. Era in gamba, dice. Tutto ciò che scriveva lo faceva leggere solo ed esclusivamente agli amici più cari, senza aver mai espresso il desiderio di pubblicarli. Si potrebbe farlo ora, non si accorgerebbe di nulla. Forse."Ci sto seriamente pensando, se lo meriterebbe. Non credete, signori miei?", dice il padrone di casa. E suonava la chitarra anche. La suonava così bene, dice, che dopo un pò dalle sue mani cominciavano a sgorgare delle grosse gocce. Ma non era sudore. Erano lacrime. Era disperazione.E cosa pensa la moglie? E' sposato? Ha dei figli da qualche parte? Si racconta che lei sia scappata in Spagna con un avvocato fallito ma ereditario di strane somme stratosferiche di denaro.Tutti ricordano che fosse davvero una donna molto attraente, che faceva alzare orgoglioso il membro solo a guardarla camminare. E tutti a casa in bagno a lavorare di mano.No, la coppia non aveva figli. Forse lui era sterile. O forse lo era lei. E forse non avevano pensato ad altri modi per averne. E forse non ne avevano voglia.Lui divorava dischi jazz e blues che ascoltava durante le sue scritture. Ed ora? Bè, ora non gli passa proprio più per la mente di mettere su un disco. A volte ci pensa il suo padrone di casa a farlo, ma pare che la musica non gli provochi più nessuna sensazione, nessuna emozione.I suoi amici vanno spesso a fargli visita, soprattutto di sera, dopo cena. Gli portano regali che lui non guarda. Gli raccontano storie che lui non ascolta. Gli trasmettono affetti che lui non coglie. Certo, a volte sorride, uno strano e inespressivo sorriso, ma sempre quando c'è silenzio e poca luce. A chi sorride? Agli uccelli, probabilmente, alle sue rondini. Di tanto in tanto il padone di casa e gli amici si limitano a fissarlo, a contemplarlo come fosse una scultura in marmo. E' accaduto che dentro di sè ci sia stato un barlume di vita, accennando una smorfia che non fosse il suo solito sorriso agli uccelli, oppure gemendo. Ma è sempre vita non razionale.Quell'uomo non pensa più.E' addirittura difficile capire anche se dorma o meno poichè respira sempre con ritmo costante e il cuore non da alcun segno di emozione. Martella sempre allo stesso modo. E' inquietante. Non russa mai. Forse non dorme.Si racconta che la madre abbia fatto la sua stessa triste fine, che sia andata di cervello fissando le prime rondini di una nuova stagione.La sua storia è riportata su una grossa targa affissa alla parete.Ora c'è molta gente che viene a far visita al demente. Non soltanto più amici, ma semplici curiosi. La porta di casa è sempre aperta. Il padrone di quell'accogliente appartamentino è sempre molto disponibile, fa accomodare tutti a qualunque ora.Poeti vengono e fissano lo sguardo del matto e buttano giù ispirati versi.Giovani chitarristi classici vengono e improvvisano lunghe suite.Pittori vengono e dipingono il suo volto senza tonalità.Scultori vengono e modellano la sua gracile figura.Fotografi vengono e scattano la sua eterna posa impassibile.Ora il padrone di casa è fermamente deciso a far pubblicare i suoi racconti. E' giustamente sicuro che avranno il loro buon successo.E forse porterà alla radio le sue vecchie registrazioni con la chitarra.Il demente sorride.Ma non pensa.Da qualche giorno c'è grande confusione e agitazione attorno a sè, in casa sua. Musiche e grida si fondono, il padrone di casa è  molto attivo e i suoi ospiti e semplici curiosi chiedono il prezzo di una birra e discutono animosamente sulla qualità e sulla convenienza delle lasagne di Nonna Rosa.Qualcuno si domanda se il matto un giorno si riprenderà."E' un povero cristo", risponde di solito il padrone di casa, "ma, vogliate perdonarmi, auguriamoci di no!".E giù una grassa risata.Luca Navarro