Giornalista per caso

SCIOPERO: OGGI SI DECIDE MA LO STOP INCOMBE...


ROMA –  Prevarranno i falchi o le colombe? Ne va dell'inizio regolare del campionato di serie A, previsto per questo weekend. Nonostante l'ottimismo che circolava nella giornata di ieri - «La disputa della prima giornata sarebbe una vittoria per tutti», il pensiero di Albertini, vicepresidente Figc -  le parti rimangono distanti, pur facendo finta di venirsi incontro. All' aut aut dell'Aic – «Senza il contratto firmato non giochiamo» – ha replicato ufficiosamente la Lega di A: «Siamo pronti a sottoscrivere il nuovo accordo collettivo con l'Assocalciatori se verranno accettate le modifiche all'interpretazione del punto 7 fornita dal presidente Abete, e se ci sarà un accordo scritto che certifichi come il contributo di solidarietà inserito nella manovra sarà interamente a carico dei giocatori». Praticamente siamo di nuovo al punto di partenza. Perché se sulla manovra aggiuntiva del Governo c'è già stato il sì di Tommasi - «I calciatori, che sono fra i maggiori contribuenti italiani, non avranno problemi a pagare le tasse nei tempi e nei modi previsti dalla legge» - sull'articolo 7 del contratto collettivo («Il calciatore in ogni caso ha diritto di partecipare agli allenamenti e alla preparazione pre-campionato con la prima squadra») Aic e Lega continuano a rimanere in trincea. L'interpretazione data martedì dal presidente Abete è stata in parte pro Assocalciatori («Quando si parla di ambiente consono alla dignità professionale del calciatore, deve intendersi evidentemente quello dedicato al gruppo di prima squadra») ma non ha chiarito la durata delle «ragioni tecniche temporanee per cui si possono organizzare allenamenti differenziati». Tradotto: si possono escludere i calciatori dagli allenamenti della prima squadra solamente per qualche giorno o per un periodo medio-lungo, tipo il ritiro estivo? Chiaro l'intento da parte dei presidenti di serie A di evitare contenziosi stile Pandev e conseguenti ricorsi al collegio arbitrale. Oggi se ne discuterà nel Consiglio Federale (assente Lotito, inibito) ma solo dopo l'Assemblea della Lega di A del pomeriggio si saprà se il contratto collettivo sarà firmato e se il campionato partirà puntualmente. L'aria che tira non è delle migliori. Più che sulla rivisitazione dell'articolo 7 – che appare un falso problema – le battaglie sono altre e riguardano la volontà delle 4 leghe (che unendosi hanno ora il 70% dei voti nel consiglio, mettendo così nell'angolo Aic e allenatori) di cambiare i vertici della Figc (De Laurentiis nel merito è stato eloquente: «Abete si deve fare da parte»), di riformare i campionati, di togliere il diritto di veto, di modificare la distribuzione dei diritti tv alle categorie inferiori (con l'Aic che li vorrebbe a pioggia mentre le leghe in proporzione ai giovani). Oggi, dunque, si assisterà al più classico dei do ut des: quanto più la Lega di A otterrà in Consiglio Federale (al via alle ore 11), maggiori saranno le possibilità che il campionato non slitti. Altrimenti, l'Assemblea dei presidenti sarà un semplice conseguenza di una decisione già maturata in mattinata. Per buona pace delle tv a pagamento e dei tifosi. STE CARARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 24-08-11