ROMA – Si era presentato, come spesso gli capita, mostrandosi molto conciliante: «Sono fiducioso che alla fine si trovi un accordo sulla base della ragionevolezza. Passi in dietro dall'Aic? Non mi aspetto nulla, solo di fare una discussione tranquilla, che sia bilaterale, in modo che le parti trovino un accordo che rifletta in maniera completa le aspettative degli uni e degli altri». Qualche ora dopo, il presidente del Napoli, De Laurentiis, sembra un'altra persona. A chi gli domanda se lo slittamento del campionato può esser considerato una realtà, replica stizzito: «Non possiamo stare sempre con la pistola puntata alla tempia. Se il campionato non deve iniziare, non iniziasse...». Della serie: a me poco importa. Anche perché si capisce subito dopo come il suo obiettivo politico sia un altro: «Dobbiamo imparare ad essere corretti e coordinati. I club non chiedono di fare la guerra a nessuno. Questo è solo un problema culturale che deve essere superato per il bene del calcio. Il contratto attuale è vecchio, inesistente, di trent'anni fa. È inutile rinnovarlo, bisogna ammodernarlo, serve fare tabula rasa e mettersi il passato alle spalle e la Federcalcio deve rendersene conto, visto che oramai è un animale preistorico». Ecco la parola magica: Federcalcio. Sotto accusa per De Laurentiis c'è il presidente Abete che solo un paio di giorni fa era stato invitato a farsi da parte: «Se ne deve andare visto che continua a ignorare che i club sono diventati Spa: è una mancanza da denuncia». Ieri il presidente del Napoli ha corretto parzialmente il tiro: «Stimo il presidente federale, è una persona garbata e colta ma non può ignorare che non si può andare avanti con la legge 91, una legge di oltre 30 anni fa. Ho sempre suggerito di aprire un tavolo permanente tra Figc e Lega per capire come adeguare tutto ciò che funziona e non funziona». STE CARARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 25-08-11
DE LAURENTIIS: "NO ALLA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA"
ROMA – Si era presentato, come spesso gli capita, mostrandosi molto conciliante: «Sono fiducioso che alla fine si trovi un accordo sulla base della ragionevolezza. Passi in dietro dall'Aic? Non mi aspetto nulla, solo di fare una discussione tranquilla, che sia bilaterale, in modo che le parti trovino un accordo che rifletta in maniera completa le aspettative degli uni e degli altri». Qualche ora dopo, il presidente del Napoli, De Laurentiis, sembra un'altra persona. A chi gli domanda se lo slittamento del campionato può esser considerato una realtà, replica stizzito: «Non possiamo stare sempre con la pistola puntata alla tempia. Se il campionato non deve iniziare, non iniziasse...». Della serie: a me poco importa. Anche perché si capisce subito dopo come il suo obiettivo politico sia un altro: «Dobbiamo imparare ad essere corretti e coordinati. I club non chiedono di fare la guerra a nessuno. Questo è solo un problema culturale che deve essere superato per il bene del calcio. Il contratto attuale è vecchio, inesistente, di trent'anni fa. È inutile rinnovarlo, bisogna ammodernarlo, serve fare tabula rasa e mettersi il passato alle spalle e la Federcalcio deve rendersene conto, visto che oramai è un animale preistorico». Ecco la parola magica: Federcalcio. Sotto accusa per De Laurentiis c'è il presidente Abete che solo un paio di giorni fa era stato invitato a farsi da parte: «Se ne deve andare visto che continua a ignorare che i club sono diventati Spa: è una mancanza da denuncia». Ieri il presidente del Napoli ha corretto parzialmente il tiro: «Stimo il presidente federale, è una persona garbata e colta ma non può ignorare che non si può andare avanti con la legge 91, una legge di oltre 30 anni fa. Ho sempre suggerito di aprire un tavolo permanente tra Figc e Lega per capire come adeguare tutto ciò che funziona e non funziona». STE CARARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 25-08-11