Giornalista per caso

LUIS ENRIQUE: "UN PROGETTO SENZA DE ROSSI NON MI PIACE"


ROMA – Pignolo com’è, fa notizia quando Luis Enrique -stremato più dal tour delle interviste televisive che dalla tensione della gara - ammette in conferenza stampa: «Oggi torno a casa felice, perché abbiamo vinto contro una buona squadra, un avversario difficilissimo che non aveva quasi mai perso con più di un gol di differenza. Siamo stati completi non rinunciando mai a fare la nostra proposta di gioco. Senza contare, poi, che dopo una sosta non è mai facile». Gli è piaciuto tutto o quasi, in particolare che Totti sia tornato finalmente al gol: «Ero sicuro che prima o poi avrebbe segnato – spiega il tecnico – ora spero che Francesco non si fermi più. Se non sbaglio, è accaduto anche l’anno scorso. Se un calciatore fa 209 gol, non si possono avere dei dubbi sul suo conto, o no? Per noi non è solamente il capitano ma un punto riferimento. Ha avuto la personalità di calciare il primo rigore in un momento difficile». Personalità che ha dimostrato di avere ancora una volta Lamela: «Ha questa grande qualità che è il motivo per il quale lo abbiamo preso. Mi piace come lavora ogni giorno, il suo comportamento, la voglia di essere un grande giocatore. Ha solo 19 anni ma ha tutto per diventare un grande». Sentendolo parlare, si intuisce che contro il Chievo si è divertito. Proprio per questo motivo quasi gli dispiace dover tornare sul tormentone-De Rossi sul quale, però, si sbilancia come mai gli era capitato in passato: «Un progetto senza De Rossi è un'ipotesi che non mi piace. C’è una trattativa e io non sono preoccupato. Penso che rimarrà ma dobbiamo aspettare». Parole inequivocabili anche se il tecnico è consapevole che l'ultima parola sul rinnovo del contratto spetterà al calciatore: «È un grande campione, sono contento del suo atteggiamento, è lui che ha la chiave. Daniele deve decidere cosa fare: io penso che resterà, la soluzione ce l'ha lui. Ripeto, deve decidere che cosa vuole». Gli viene chiesto un giudizio su un altro singolo, Bojan: «Ha recuperato il posto, si sta allenando in modo incredibile. Ha giocato una partita al livello della squadra: avrei voluto un suo gol perché lo avrebbe meritato». Spiega poi perché nel primo tempo ha invertito sulle fasce lo spagnolo e Lamela: «Ho deciso così perché quando puntavano i terzini del Chievo era meglio che lo facessero con la gamba naturale. I calciatori in campo non vedono le cose come dalla tribuna, ma oggi hanno interpretato tutto bene. Non ho niente da dire alla squadra ma fra poche ore ci si allena e si pensa alla Fiorentina».Una gara alla quale dimostra di tenere molto: «Non mi sono dimenticato delle tre reti subite qualche settimana fa. Ma la partita era stata diversa anche se poi, visto il risultato, abbiamo fatto la figura della banda musicale in trasferta». Proprio a Firenze, è nata la “sua” Roma: «In un momento dove tutto andava male, la partita di Firenze è quasi finita al minuto 10, con il rigore e l’espulsione. In una situazione così difficile, però, la squadra ha continuato a fare un gran primo tempo ma il secondo gol è stato il ko. Poi qualcosa è cambiato, si sono iniziati a vedere i risultati e la fiducia è aumentata. Siamo in crescita». Non al punto da considerare il gruppo quasi al massimo delle potenzialità: «Se mi dite che siamo all’80-90% vi dico subito di no. La rosa può giocare molto meglio, certo non sono macchine. Ogni mese che passerà vedremo l’identità di questa Roma. La cosa che farà piacere ai tifosi, però, sarà sempre vedere la Roma con la sua proposta di gioco offensiva, che ha sempre il possesso palla e che vuole prendersi anche qualche rischio. Abbiamo vinto in trasferta 4 volte, questo significa che non cambiamo modo di giocare. E’ la proposta che ci identifica, è la proposta della Roma, la nostra. E’ un sentimento piacevole». Non solo per lui. STE CARARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 09-01-12