Giornalista per caso

LUIS ENRIQUE, COMPLIMENTI ANCHE DA RANIERI


ROMA – Strette di mano più o meno calorose, incroci fugaci, corse e dribbling verso l’interno dell’Hilton Airport di Fiumicino per non farsi intervistare: il raduno di ieri organizzato dalla Figc tra dirigenti, capitani, allenatori e arbitri di serie A è stato anche questo. E così, più che le analisi del presidente dell’Aia, Nicchi e del designatore degli arbitri, Braschi, la scena se la sono presa calciatori e allenatori. Siparietti a ripetizione con protagonisti Totti, Luis Enrique, Ranieri e Colomba. E’ stato proprio l’ex tecnico della Roma a rubare la scena appena arrivato. Taciturno con i giornalisti, ha ritrovato la parola quando ha incrociato Luis Enrique con il quale si è intrattenuto parlando in spagnolo: «Ti faccio i miei complimenti, davvero», ha più volte ripetuto Ranieri all'asturiano. Poi l’incontro con Totti – che in precedenza si era fatto fotografare sorridente con Buffon - che lo ha subito accolto con una battuta sferzante: «Come stai a Milano mister? Stai più tranquillo vero? È un'altra cosa no?». Ranieri ha sorriso, prima che arrivasse alle sue spalle Luis Enrique, che prendendo spunto dalla maglia del capitano giallorosso mostrata domenica in occasione del primo rigore segnato, si è intromesso fra i due, affermando: «Scusate il ritardo…parlavate di me?». Proprio l’allenatore spagnolo è apparso molto sereno, quasi rinfrancato, tanto da fermarsi a parlare un paio di minuti con un gruppo di cronisti con i quali ha spiegato il valore di alcuni calciatori della cantera blaugrana. Di umore opposto era Colomba che nonostante l’esonero imminente (nella serata di ieri è stato poi sostituito da Donadoni, ndc) è arrivato da solo in quel di Fiumicino: «Solo? Più solo di così...». Chi non rischia l’esonero, invece, nonostante il ko di Bologna è Montella che dopo aver salutato Luis Enrique, non  ha poi nascosto come la sfida di sabato contro la 'sua’ Roma, la viva in modo particolare: «Non ho nessuno spirito di rivalsa, solo competitivo - ha spiegato - sono contento che Totti si sia sbloccato: la vedo una cosa positiva per il Catania, altrimenti avrebbe segnato certamente contro di noi. Così ho una speranza in più…».A margine di questa serie di siparietti, è andato in scena l’incontro fra arbitri, capitani e allenatori di serie A. E’ toccato a Nicchi gonfiare il petto per i miglioramenti registrati dai direttori di gara: «Si sbaglia meno e gli errori non sono determinanti. Gli errori ci saranno sempre ma nessuno pensa a nulla di più di questo. Dopo certe vicende, ora siamo un esempio di trasparenza. Anzi, visto quel che si legge, siamo un motivo di conforto per il calcio italiano». Per il presidente dell’Aia l'unica nota dolente sinora è stata la dodicesima giornata, quella dei fuorigioco fantasma e della rovesciata gol annullata a Osvaldo. Poche polemiche, quindi, se si eccettua quella di Buffon che ha chiesto lo stop alla regola che prevede l’espulsione per l’ultimo uomo in caso di rigore (se ne parlerà all'Ifab a inizio marzo) e quella portata avanti da Di Carlo, al quale i rigori concessi da Russo alla Roma non sono ancora andati giù («Ha preso decisioni leggere o non le ha prese proprio»). Sei gli argomenti toccati nella chiacchierata di ieri: lo stop alle mischie di protesta attorno agli arbitri («Abbiamo detto ai nostri ragazzi di stroncarle», le parole di Braschi); la funzione del quarto uomo; la buona rotazione dei direttori di gara (non più di due volte per squadra); il calo dei falli fischiati; la corretta applicazione del fuorigioco; il calo degli errori («Quasi non si sbaglia più, vogliamo scendere ancora, sotto la soglia del 2%»). Un giardino dell'Eden pronto ad esser dimenticato al prossimo rigore negato. STE CARARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 10-01-12