Giornalista per caso

ROMAGNOLI: "IO IN PRESTITO? NON SCHERZIAMO, MI INCATENO A TRIGORIA"


ROMA – Simpatico, umile e con la battuta pronta. Ad Anzio, dalle sue parti, lo definirebbero un ragazzo «sveglio». In pochi mesi al neo diciottenne Alessio Romagnoli è cambiata la vita. Prima la tournée estiva negli Usa dove ha disputato diverse amichevoli con la prima squadra della Roma. Poi, nel giro di poche settimane, in rapida serie ha esordito in coppa Italia contro l'Atalanta, in serie A contro il Milan per poi essere schierato titolare contro il Genoa, al quale ha segnato addirittura un gol.Quale gara ricorda con più emozione?«Quella con il Genoa. E' accaduto tutto in fretta: quando ho visto la palla entrare in rete i compagni mi hanno sommerso. Ero confuso, provavo una gioia incredibile, difficile da spiegare anche perché del tutto inaspettata».Le è cambiata un po’ la vita?«No, per fortuna no. Sono l'Alessio di sempre, con gli stessi amici e le stesse abitudini».Almeno a scuola sarà diventato più famoso.«Sì, forse qualcuno mi riconosce ma devo essere sincero: non ci faccio molto caso».Il fascino del calciatore ha fatto colpo almeno con le ragazze?«Ci sapevo fare anche prima (ride). No, dai..sto scherzando. Io sono nato ad Anzio e in una città piccola ci si conosce tutti sin da piccoli. Ho la mia comitiva e quando ci vediamo siamo sempre gli stessi».Riesce a conciliare studio e sport?«Sì, è difficile ma ce la faccio. A seconda di quando mi alleno con la prima squadra, vado a scuola la mattina o il pomeriggio. Ora sto frequentando il quarto ragioneria a Nettuno: è dura ma ne vale la pena».Il consiglio dei suoi genitori al quale è più legato?«Rimani sempre lo stesso, non ti montare la testa».A proposito: è più «papone» o «mammone»?«Il rapporto è fantastico con entrambi. Ma se proprio devo dirlo, sono forse più mammone (ride)… ».Un allenatore al quale deve molto?«Sono tanti ai quali devo dire grazie: in primis Montella, poi Stramaccioni e De Rossi. Senza dimenticare Zeman che mi ha fatto esordire in prima squadra».Lei è giovane: se la sente però di dare un consiglio ai ragazzi che si avvicinano a questo sport?«Lavorare duro e provare a dare il massimo. Solo così non avranno rimpianti».Le piace il calcio a otto? Se Andreazzoli non la fa giocare, Il Messaggero organizza il torneo School Cup.«Mi piacerebbe tantissimo ma non posso per contratto. Il calcio a otto è uno sport più veloce del calcio che non ha pause: è molto divertente anche perché gli spazi sono più ristretti e inoltre si segna di più».Immaginiamo che in estate il ds Sabatini le proponga di andare in prestito. Dove le piacerebbe giocare?«Non ci voglio nemmeno pensare. No, no...non scherziamo, se me lo chiedono mi incateno a Trigoria». STE CARARTICOLO PUBBLICATO SU IL MESSAGGERO IL 17-04-13