Giornalista per caso

LA PIU' GRANDE SCONFITTA DELLA ROMA AMERICANA: LA DISAFFEZIONE DELLA GENTE


ROMA. La fotografia della Roma si compone di tante istantanee. La prima riguarda il suo presidente: nel momento di difficoltà, Pallotta prende il primo aereo per Londra per altri impegni lavorativi. La seconda ha come protagonista Andreazzoli che sino ad una settimana fa parlava di un «ambiente splendido, all'interno dello spogliatoio non ci sono problemi, sono tutti bravi ragazzi» e ieri alla prima occasione ha prima fatto cadere su Lobont la responsabilità della sconfitta nel derby - «La Lazio è stata premiata da una situazione che è risultata poi decisiva: mi riferisco alla deviazione di Lobont» - per poi replicare all'attrito avuto con Osvaldo nel post-gara definendo il calciatore «piagnucoloso» e generando la replica del centravanti su Twitter che è costata all'italo-argentino, insieme alla mancata partecipazione alla premiazione della coppa Italia, la Nazionale azzurra. La terza istantanea riguarda le parole di Baldini che seguono quelle di Sabatini di qualche tempo fa in merito all'assunzione di responsabilità. Cosa comporta prendersi le proprie responsabilità se poi si rimane sempre ancorati alla poltrona? NUMERI SCONCERTANTI Tre istantanee che riassumono il momento che sta vivendo la Roma, senza voler prendere in considerazione le 29 sconfitte in due anni, i quattro derby persi (l'ultimo in finale di coppa Italia) sui cinque disputati, i 120 milioni spesi in due stagioni per arrivare un anno settimi e l'altro sesti all'ultima giornata (giovandosi anche di una vittoria per 3-0 a tavolino). Che non considerano i due anni senza Europa, le goleade subite contro Cagliari, Atalanta e Lecce con Luis Enrique o le sconfitte con Palermo e Chievo e il pareggio contro il Pescara di quest'anno; l'eliminazione dai gironi preliminari di Europa League per mano dello Slovan Bratislava; le due bocciature di Montella; il bilancio in rosso della società; il restyling del logo che ha creato così tanta rabbia nella piazza che Pallotta sta pensando di fare una parziale marcia indietro; la trattativa grottesca per la cessione della metà delle quote della proprietà americana al fantomatico sceicco Al Qaddumi; aver scaricato Zeman perché reo di aver criticato l'assenteismo dei dirigenti, accomodanti con i calciatori e incapaci di far mantenere le regole all'interno di Trigoria.  PETIZIONE ANTI-DIRIGENZA Ma la sconfitta più grande per la Roma americana è la disaffezione della gente. Inviare un tweet come ha fatto ieri l'ad Pannes sullo stadio in un momento di lutto calcistico per la tifoseria vuol dire non aver capito la realtà nella quale ci si trova. Il senso di appartenenza che aveva sempre contraddistinto la tifoseria giallorossa sta venendo meno. La piazza si sta lentamente svegliando dal torpore che l'ha contraddistinta negli ultimi due anni. E se il lancio di sassi e uova dell'altra notte contro il pullman della squadra è un atto da condannare, da ieri on line c'è una petizione proposta dall'emittente Centro Suono Sport che chiede le dimissioni immediate della dirigenza. Risultato? In poche ore raggiunte le 10000 firme. La sensazione, quindi, è che stavolta non basterà il possibile arrivo di Allegri (ieri il rilancio giallorosso: biennale da 3,5 milioni a stagione), l'imminente viaggio in Spagna di Sabatini nel tentativo di acquistare Benatia (ma attenzione al Napoli) o provare a strappare Thereau al pressing della Fiorentina per riportare il sereno. Qualcosa si è rotto. Forse in modo definitivo. STE CARARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 28-05-13