Giornalista per caso

CALCIO E FISCO: "PENALIZZAZIONI PER I CLUB? IN REALTA' RISCHIANO POCO O NULLA"


ROMA Mario Stagliano, avvocato ed ex vice capo della procura indagini della Figc, è uno dei massimi esperti in materia di giustizia sportiva.L’ha sorpresa l’indagine della Guardia di Finanza nel calcio?«Con tale ritardo non me l’aspettavo…».Le condotte di alcuni procuratori, in favore dei calciatori, finalizzate a evasione di imposta sui redditi e di regole su imposizione tributaria, è dunque un fenomeno già conosciuto?«Sono anni che la Figc ha modo di analizzare dei contratti che indubbiamente mostrano molti elementi di perplessità. Quando vedo che ci sono degli accordi dove gli agenti percepiscono molto di più dei calciatori assistiti, qualche dubbio me lo devo far venire. Ma dirò di più: proprio quei contratti sono stati analizzati anche dalla Guardia di Finanza. Possibile che non ci sia mai stato alcun sospetto? Magari serviva qualcuno che denunciasse tali comportamenti.«Se è per questo, solamente nell’ultimo anno la Federsupporter ha segnalato almeno quattro volte al Ministero del Lavoro e altrettante volte alla Figc l’anomalia dei rapporti tra tesserati e agenti di calciatori. Non è stato fatto nulla. La Federazione va a ricasco della Procura della Repubblica quando gli basterebbe fare un’indagine autonoma». Ma il suo raggio d’azione non è limitato?«Verissimo ma quando c’è qualcuno che denuncia delle cose strane, basta andare in Lega, acquisire i contratti della società X e tirare fuori tutti i rapporti che ci sono tra tesserati, agenti e società. Come dice lei, la procura non avendo gli atti della magistratura ordinaria non può allungare l’occhio su quanto accade all’estero ma quando il calciatore arriva in Italia può agire da sola. Non dovrei incuriosirmi se vedo che un calciatore percepisce un ingaggio di 500mila euro a stagione e il club poi ne versa un milione all’agente?»Ma ora cosa rischiano le società coinvolte?«Per quello che è accaduto prima del 1 luglio 2007 nulla, visto che c’è la prescrizione. Per il resto molto poco. I precedenti, e mi riferisco a procedimenti analoghi di violazione su norme fiscali che si sono svolti sino ad un paio di mesi fa, hanno visto comminare pene ridicole. Per le società esclusivamente sanzioni economiche. I presidenti hanno ricevuto invece inibizioni irrisorie mentre i tesserati squalifiche convertite in ammende e gli agenti periodi di sospensioni brevi. Sulla base di quanto accaduto, quindi, se dovessi essere chiamato a difendere in futuro una di queste componenti, la prima cosa che farei è andare dal procuratore federale e chiedere il patteggiamento sulla base della sanzione che è stata chiesta nei precedenti casi. E Palazzi non me la potrebbe negare. A meno che non entri in gioco il discorso riguardante l’associazione per delinquere. Ma va dimostrata e per farlo serve tempo, prove e dunque un’indagine seria e approfondita che temo non abbiano voglia di fare». STE CARARTICOLO PUBBLICATO SUL MESSAGGERO IL 27-06-13