Giornalista per caso

ROMA, CAMBIO DI ROTTA


ROMA. C'era una volta la Roma dei giovani. Quella che all'alba dell'avventura americana faceva dire al d.s. Sabatini «se volevate calciatori affermati, io non servo. Sono qui per scoprire talenti e farli diventare giocatori importanti». Quella che appena insediata, investiva 20 milioni per il 19enne Lamela, 12 per Pjanic (all'epoca 21enne), 3 per il prestito del 22enne Kjaer, coetaneo di José Angel, rilevato per 5 milioni dallo Sporting Gijon; che a febbraio del 2012 schierava contro il Catania un attacco formato da tre ragazzini (Borini, 20 anni, Lamela 19, Piscitella 18) e che voleva che i prodotti del vivaio potessero fare su e giù tra Primavera e prima squadra. Oltre al già citato Piscitella, all'epoca Luis Enrique aveva aggregato Viviani (classe '92), Verre, centrocampista offensivo nato l'11 gennaio del '94, in attesa di vedere due giovanissimi che Sabatini aveva acquistato a gennaio 2012: l'uruguaiano Nico Lopez, anche lui del '93, e Alexis Ferrante, addirittura del '95. Anche con Zeman il trend non era cambiato: Marquinhos titolare al posto di Burdisso, l'esordio dell'appena maggiorenne Romagnoli, la consacrazione di Lamela e il tentativo - dopo le incomprensioni iniziali e prima dell'infortunio al ginocchio - di affermazione di Destro, pagato 16 milioni. CAMBIO DI ROTTA Questa Roma non c'è più. Si è spenta sotto i colpi di due anni tremendi di flop a ripetizione che hanno fatto alzare bandiera bianca in anticipo al d.g. Baldini. Per carità, anche in questa sessione estiva sono arrivati (Jedvai, Skorupski) e arriveranno (Strootman) certamente giovani talentuosi ma quando decidi di privarti del gioiello di famiglia, il 19enne Marquinhos (seppur a fronte di un'offerta indecente), inserisci i tuoi ragazzi in ogni trattativa che porti avanti per abbassare i prezzi dei cartellini, tratti Gilardino (31anni e con rendimento in calando, 12-6-13 reti nelle ultime 3 stagioni, rispetto ai primi anni: 23-24-17-19) e rinnovi per tre anni il contratto al 35enne Lobont, è un chiaro segnale che il progetto sul quale avevi puntato due anni fa, è stato accantonato. La fotografia che riassume questo cambio di rotta è quanto accaduto nelle ultime ore di mercato: la Roma ha scaricato il 23enne Rafael e il 18enne Wallace, bloccati da tempo, decidendo di puntare per il rilancio sul 32enne Maicon (9 presenze, solo 4 da titolare lo scorso anno al City) e il 37enne De Sanctis. Gli ottimisti di professione potrebbero insinuare che qualsiasi cosa faccia questa società non va mai bene. Non è così: almeno per chi scrive, è la semplice constatazione che il sogno, quello che nell'aprile del 2011 fece credere di poter fare calcio in modo diverso dalle abitudini italiane, è stato bruscamente accantonato. La Roma torna ad essere un club come gli altri. USATO INSICURO Questo può avere certamente dei benefici sull'immediato. Soprattutto se "l'usato" sul quale si è scommesso risponderà alle attese. C'è molta curiosità per Maicon. Ieri il brasiliano è sbarcato a Fiumicino, ha svolto le visite mediche e oggi raggiungerà i compagni di squadra a Riscone di Brunico. Che sia stato un campione, il calciatore più forte nel ruolo nel post-Cafu, è indubbio. Il problema è che dal Triplete interista (2010) è sparito. A Trigoria si augurano che il Mondiale del prossimo anno, da giocare in casa, possa essere il trampolino per ritrovare le motivazioni perdute. Quelle che non ha mai perso De Sanctis che aspetta solo che il Napoli ufficializzi Julio Cesar per trasferirsi in giallorosso. STE CARARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 16-07-13