Giornalista per caso

GARCIA STAVOLTA NON CONVINCE DEL TUTTO


ROMA. Premessa d'obbligo: non è una sconfitta, seppur amara (eliminazione dalla coppa Italia) che può cambiare il giudizio sulla buona/ottima stagione della Roma e di Garcia. Squadra ricostruita abilmente dopo un flop lungo due anni (e forse più), gioco armonioso e divertente, miglior difesa in Italia e secondo posto in classifica. 10 GIORNI DA DIMENTICARE Fatto sta che nell'ultimo periodo qualcosa nella gestione tecnica non ha convinto del tutto. Era la prima volta che i giallorossi si sottoponevano ad un tour de force con impegni ravvicinati di livello (mercoledì-domenica) che hanno dimostrato di digerire a fatica. Alcune decisioni di Garcia, poi, hanno contribuito ad alimentare un po' d'incertezze. L'ex Lille, infatti, aveva sinora caratterizzato la sua esperienza romana su due direttive: 1) semplicità nelle scelte tecnico-tattiche 2) serenità che è riuscito a trasmettere al gruppo e all'ambiente. In questi ultimi 10 giorni entrambe sono venute meno. Partiamo dalle scelte: quella di prediligere il diffidato Nainggolan nella gara d'andata in coppa (il belga è stato poi ammonito e ha saltato il ritorno) a Pjanic, e di non aver risparmiato il bosniaco (sofferente per un problema al ginocchio) domenica scorsa nel derby, pur sapendo che il belga mercoledì sarebbe stato squalificato, ha certamente sorpreso. Non solo tifosi e critica ma anche all'interno di Trigoria. Nella gara con la Lazio, poi, con la squadra biancoceleste dedita esclusivamente alla difesa, Garcia ha preferito Florenzi a Ljajic e Totti a Destro, quando i 90 minuti diranno che la fantasia dell'ex viola e l'uomo d'area, sarebbero serviti sicuramente prima degli scarsi dieci minuti concessi ad entrambi nel finale. Tre giorni dopo a Napoli, invece, quando il 3-2 dell'Olimpico avrebbe permesso ai giallorossi una gara d'attesa, il tecnico ha stravolto l'assetto, proponendo una squadra sbilanciatissima: fuori Totti e Florenzi - utile nel lanciare negli spazi Gervinho, il primo, e dare maggior copertura, il secondo - dentro Ljajic e Destro con l'ivoriano sulla stessa fascia di Bastos (che ha dimostrato non avere il passo del terzino almeno nelle gare che contano). Altro quesito riguarda la marcatura sui calci piazzati: Benatia e Castan, i due saltatori più forti della Roma, sono andati sempre sui dirimpettai Albiol e Fernandez (0 gol all'attivo sinora sui corner in stagione) lasciando al malcapitato Torosidis il compito di marcare Higuain. Gli effetti si sono visti. GARCIA NERVOSO Elencate le questioni tecniche - opinabili e confutabili sia chiaro - su una cosa c'è poco da discutere: la metamorfosi del tecnico (che ieri ha parlato con la squadra mostrando il video della gara col Napoli). In questi ultimi giorni Garcia è apparso stranamente nervoso: ha riacceso a scoppio ritardato (6 giorni dopo) una polemica per la quale Reja aveva chiesto più volte scusa pubblicamente (e in privato a Trigoria); ha parlato di atteggiamento intimidatorio della Lazio nel derby, sinceramente non riscontrato; si è appellato agli arbitri; ha rimarcato come avesse battuto 2 volte Benitez segnandogli 5 gol. Atteggiamenti nuovi per un uomo che dal suo arrivo a Trigoria aveva fatto dell'ironia e della pacatezza le sue armi migliori. Detto questo, quella di Napoli è una sconfitta che, sommata a quella con la Juventus, certifica altre due cose: 1) a gennaio un terzino si poteva/doveva prendere 2) nelle partite con le big serve il top player (che Destro ancora non è), del quale invece in serie A, torneo tecnicamente sempre più in declino, si può fare anche a meno nella maggior parte delle gare (se ci si può avvalere della tecnica dei vari Totti, Ljajic, Strootman e Pjanic). Indicazioni preziose in ottica Champions quando l'Higuain di turno, sarà presente almeno in una decina di club, considerando i vari Suarez, Ibrahimovic, Tevez, Lewandoski, Aguero, Messi, Ronaldo, Falcao...STE CARARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 13-02-14