Giornalista per caso

INTERVISTA A PANTALEO LONGO, NUOVO SEGRETARIO GENERALE DEL TORINO


Pantaleo Longo, 33 anni, è il nuovo segretario generale del Torino. Avvocato, con esperienze professionali in Figc e nella Lazio, si presenta ai tifosi granata attraverso Tuttosport.--- Cosa l'ha convinta del progetto-Cairo?«L'entusiasmo del presidente quando mi ha proposto l'incarico. E' un nuovo progetto che si baserà su un gruppo giovane che però mira decisamente in alto».--- Parla di progetto ma ha firmato solamente per un anno.«E' giusto che ci si conosca, non ho nessun problema a proposito. Per me è una sfida: non è la durata del contratto che conta ma il progetto che ho inteso sposare».--- Chi è Pantaleo Longo?«Sono una persona che è attirato dalle nuove sfide. Nasco dal nulla e ho cercato di rimanere sempre con i piedi per terra. Mi reputo un ragazzo semplice, legato ai valori della famiglia». --- Questo 'ragazzo semplice' deve dire grazie a qualcuno?«Certamente, devo essere riconoscente con più persone nella mia vita. A partire da chi mi ha cresciuto in ambito della Federazione, Francesco Ghirelli, per poi continuare a livello professionale e qui i ringraziamenti vanno agli avvocati Citarella e Capograssi. Ma non posso dimenticare il presidente Lotito che mi ha dato l'opportunità di fare esperienza alla Lazio».--- Lei arriva in una città delusa dalla mancata promozione...«Il presidente e il direttore sportivo sanno cosa vogliono e stanno lavorando per migliorare l'organico. L'anno passato è mancato pochissimo, speriamo che questa sia la stagione giusta. Salire in A deve essere il nostro obiettivo».--- Lei è una sorta di portafortuna. In due anni con la Lazio ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa.«Già (sorride)... Esperienze bellissime che rimarranno sempre dentro di me». --- Prime impressioni di questa nuova avventura?«Decisamente positive. Un ambiente sereno con tanta voglia di lavorare. C'è molto entusiasmo e convinzione di tornare in serie A».--- Lotito e Cairo sono due presidenti molto istintivi, possiedono due personalità molto forti e vivaci. Differenze?«Le racconto un aneddoto. Il secondo giorno di lavoro il presidente Cairo, alle dieci e mezza di sera, scherzando mi ha detto: «Leo, puoi andare, anche se oggi hai lavorato part-time», alludendo all'ora tarda. Ho replicato dicendogli: «Presidente, se mette a confronto la mia vecchia esperienza, a quest'ora iniziavo...».  Comunque, per rispondere alla sua domanda, il presidente Lotito ha un carisma tipicamente romano mentre Cairo ha una personalità molto elegante».--- Ma scendere in serie B non è un declassamento?«Non scherziamo, parliamo del Torino, della storia del nostro calcio». --- C'è una persona che vorrebbe salutare con particolare affetto alla Lazio?«Non vorrei fare torto a nessuno ma un saluto affettuoso va al team manager Manzini: Maurizio rappresenta un po' la Lazio con la sua simpatia e generosità».ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 05-07-10