ROMA. Vederlo sorridere è il miglior biglietto da visita possibile. Anche perché «se non rido, vuol dire che c'è qualche problema. Io invece voglio essere felice. Tra breve arriverà la mia famiglia a Roma e la cosa mi rende molto contento». Già, il sorriso. E' forse proprio questo particolare che differenzia l'Adriano spaurito e goffo che si presentò il 10 giugno nella piccola sala stampa dello stadio Flaminio e quello di ieri. A Riscone di Brunico è sembrato molto più a suo agio, forse convinto che la strada intrapresa per tornare l'Imperatore è quella giusta. E non solo per i 5 chili che ha perso. Da quel punto di vista, il brasiliano è il primo a rendersi conto che c'è ancora molto da lavorare: «Anche perché se dico che ho perso 10 chili non ci crede nessuno. Sono contento perché sto calando, considerando anche che stavo fermo da tre mesi. Poi vedremo sul campo come sto». Quello che più conta, infatti, è non ricadere nei vecchi errori ed essersi messo alle spalle la depressione: «Non avevo più voglia di giocare al calcio, mi sentivo depresso e ho pensato che tornare in Brasile mi avrebbe aiutato. Ho staccato la spina per quaranta giorni, poi ho avuto la possibilità di giocare col Flamengo. Malato di alcolismo? Se fosse stato così ora non sarei qua». E' conscio che sul suo conto, nonostante i buoni propositi palesati, c'è ancora molto scetticismo: «Non sono preoccupato, non devo parlare ma devo dimostrare. Anche a Rio erano molto dubbiosi su di me. Poi però sono stato capocannoniere e abbiamo vinto il campionato dopo 17 anni».
ROMA COMPETITIVA. E' convinto, con la Roma, di aver fatto la scelta giusta. Sia per l'ambiente che ha trovato - «Per me rappresenta tantissimo, ho voglia di riscatto e qui ho trovato una famiglia, un gruppo fantastico. La società, De Rossi, Totti e gli altri compagni mi stanno facendo sentire a casa. Anche Ranieri mi parla molto, fuori e dentro il campo, e questo mi aiuta molto. Mi ha detto di fare le cose con calma, senza affrettare i tempi» - che per la competitività della squadra: «La Roma è già forte così. Poi se arriverà Burdisso lo saremo ancora di più. Ma la forza sarà tutta la squadra: possiamo giocarci campionato e Champions League. Siamo all'altezza delle altre e possiamo vincere subito lo scudetto. E' stata sicuramente la scelta giusta». Non si pone limiti, nemmeno in campo: «Il tridente? Possiamo giocare insieme ma ovviamente dobbiamo soffrire di più perché dobbiamo aiutare la squadra a difendere. Io, Totti e Mirko dobbiamo fare un bel lavoro, davanti ma anche dietro». E non dimentica nemmeno Menez: «E' quello che mi ha impressionato di più. Non lo conoscevo. Ha una tecnica impressionante».
INTER ATTENTA. Al primo impegno ufficiale della stagione, la Supercoppa del 21 agosto, manca poco meno di un mese: «Per ora sono abbastanza tranquillo - spiega Adriano - Tra una settimana probabilmente comincerò a sentire un po' di tensione». Anche perché, affrontando l'Inter, per lui sarà come una rimpatriata: «Ho sentito Maicon e Julio Cesar. Si sono arrabbiati un po' con me (ride ndr).Ma ora penso solo alla Roma». E' andato via da Milano e l'Inter ha vinto tutto: «Un po' mi è dispiaciuto non esserci ma allo stesso tempo non rimpiango la mia scelta. Sarei potuto restare ma non stavo bene. La felicità è tutto nella vita e in Brasile l'ho ritrovata. Mourinho? Mi è sempre stato vicino. Se non fosse stato per lui sarei andato via prima. Forse è stato l'allenatore che ha avuto più pazienza con me: avrebbe voluto che restassi». E a proposito di ex nerazzurri: Mihajlovic, nei giorni scorsi, ha affermato che se dovesse tornare in forma, Adriano è l'attaccante più forte del campionato. L'Imperatore sorride: «Lo ringrazio, per me è stato come un padre. Colgo l'occasione per fare gli auguri a lui e alla Fiorentina». STE CAR
ARTICOLO PUBBLICATO SU TUTTOSPORT IL 23-07-10
Inviato da: Mauro Brandani
il 21/03/2018 alle 20:32
Inviato da: Mauro Brandani
il 19/03/2018 alle 12:55
Inviato da: chongchong
il 05/09/2012 alle 04:51
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il 05/08/2012 alle 10:02
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il 05/08/2012 alle 09:52