Mondo Parallelo

NON POSSO


Non voglio piangere senza prima aver capito, non voglio imparare, se prima non ho detto a me stesso di sì, che posso svegliarmi il mattino senza leggere le pagine scritte del mio destino, e avere paura dei ricordi strani che ieri non mi hanno lasciato dormire. Non voglio magari dimenticarmi di sorridere ai problemi, di lottare per quello in cui credo, e appena sveglio ecco subito un pensiero, la realtà mi avvolge cruda e non vorrei mai iniziare; e magari sarebbe comodo desistere, per paura. Come potrei altrimenti cercare di trasformare i miei sogni in realtà? Non voglio dimenticare di parlare d’amore perché altrimenti mi dovrei vergognare solo per il fatto d’essermene dimenticato. Perché poi dovrei fare pagare agli altri i miei malumori? Non posso abbandonare i miei amici, questa sera che mi hanno invitato a comporre per loro una canzone tinta di blues per colorare parole che spiegano icone di Rublev nei minimi tratti dettati da una mano che sa di mistero. Non posso non cercare di comprendere coloro che mi stanno accanto e considerarne la presenza e chiamarli solo quando ne ho bisogno. Non voglio, proprio non voglio, non essere me stesso davanti alla gente, fingere davanti alle persone che non mi interessano, essere gentile solo con chi si ricorda di me, dimenticare tutti coloro che mi amano. Perché poi non fare le cose per me stesso, per quale motivo mai? E come potrei avere paura della vita e dei suoi compromessi, non vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo! Mi sentirei un nulla, meno d’un granello di sabbia e non riuscirei a guardarmi nello specchio perché si frantumerebbe. Non posso sentire la mancanza di qualcuno senza gioire, dimenticare i suoi occhi e le sue risate solo perché le nostre strade hanno smesso di abbracciarsi, e si sono divise con alterne fortune. Dimenticare il passato e farlo scontare al presente così, certo, va bene! No, non voglio, far finta di non  comprendere le persone, sarebbe come egoisticamente pensare che le loro vite valgono meno della mia, ecco, è come non credere che ciascuno tiene il proprio cammino nelle proprie mani. Sì, mi è proibito non creare la mia storia, non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di me, non comprendere che ciò che la vita ti dona, allo stesso modo te lo può togliere. E non posso, e non voglio non cercare la mia felicità, non vivere la mia vita pensando positivo, non pensare che possiamo tutti solo migliorare, non sentire che, senza di me, anche se non sono che uno fra i tanti granelli di sabbia, tuttavia questo mondo non sarebbe lo stesso, per quel non sentire che, senza il mio consenso, nessuno oggi farebbe di sé quello che altrimenti non potrebbe mai fare, proprio perché non saprebbe come, e questo mi basta; proprio per il fatto che anch’io, sono parte di quelle montagne di sabbia, sono insieme con tanti granelli minuscoli senza importanza, lì sotto le scarpe, ma quando son tanti ti fan zoppicare, quando son troppi ti devi per forza fermare. Giov@nni