Mondo Parallelo

ANGELO BIANCO


Non credevo fosse vero, non sapevo ci fosse qualche altra cosa all’infuori di me, al di fuori del mondo in cui vivo. “Ma sai, adesso sei qui e non so cosa dirti e tu non parli e sorridi soltanto, perché?”. “La luce qui attorno è troppo forte e non riesco quasi a guardarti!” E’ come fosse caduto un pezzo di sole nella mia stanza scura. Ti vedo, sei bella, hai il volto di donna, hai le ali dorate ma non hanno piume né penne. E una mi sembra spezzata, come il mio cuore. “Sei forse caduta dal cielo?”, le chiedo! Dimmi il tuo nome, altrimenti potrei pensare di non essere desto, di stare sognando!” Nella mia mente poche parole distinte ma lei non muove le labbra e sorride: “Chiamami angelo bianco, se vuoi. Mi han fatto cadere da te, alcuni sospiri e l’acqua che sgorga dagli occhi che avete quaggiù! Li ho visti e sentiti dall’alto, mentre vagavo felice. Poi, all’improvviso, sono caduta e mi sono spezzata quest’ala ma non sento dolore! Solo, non posso tornare nel mio mondo lassù, nel mio regno di luce. E, scusa, ma non so dove andare!” “Con me puoi restare, non avere paura, e quando potrai volare di nuovo, sì, allora, se vuoi, te ne andrai.” “Che posso fare?”, le chiedo, “per farti guarire?”. Lei mi tende la mano, sorride ed è uno splendore e io freno a fatica l’impulso d’amore che adesso provo per lei, e grande, la voglia di accarezzarla… ma lei mi dice: ”Attento, potresti bruciarti! Se non fosse che tu senti di amarmi… e allora, fai quello che vuoi! Fai quello che credi!” E mi sfiora il viso. E’ come un soffio di brezza, no, non è un bacio né una carezza, è qualcosa di forte e di grande al di fuori di ogni certezza. E sono felice, lei sorride col volto di sole e: ”Sai, sono già guarita, e posso volare di nuovo, lo vedi?”. E d’improvviso, intorno alla stanza, mille luci dorate e poi più nulla: solo un profumo di fiori. Non saprei dire, poi vedo il suo volto sparire nel nulla, così com’era comparso, in un soffio di vento. E lei sorrideva, sì, ricordo che sorrideva… e io, resto lì, fermo in mezzo alla stanza a gridare: ”Ritorna angelo bianco, quando vorrai, ritorna da me!” La luce del sole si è spenta, ti ho vista mentre lo accarezzavi, e, anche se è passato un istante, mi mancano già le tue ali dorate, Il tuo profumo di fiori. Ritorna, ritorna, che aspetti!. E, come un’eco lontana, la sua voce di miele risponde: “Adesso che ti conosco, sappi, che un giorno non troppo lontano, ti stringerò la mano, ti bacerò la fronte, carezzerò il tuo viso, ci siederemo insieme a parlare del tempo, a premere insieme  i tasti bianchi del tuo pianoforte, a cantare con gli occhi di cielo canzoni di sole,  e romperemo il silenzio con le nostre parole... ma dirti quando adesso non so! Aspettami, sì, perchè tu lo sai che da te tornerò! Ma senza l’ala spezzata, prometto, vedrai!” E sorride nel vento che s’alza, in mezzo alla stanza, quel vento di luce che porta con sé il suono di quelle parole! “Ti prometto, da te rimarrò, finché tu lo vorrai!”. "Va bene, ti aspetto e sono felice, fai presto però, ti aspetto, ritorna!…. Angelo bianco io… non ti dimentico… no, non ti dimentico sai, non ti dimentico… mai!". Giov@nni